I soldi sono un argomento importante, lo sono quando siamo single, ancora di più all’interno di una coppia e spesso abbiamo problemi a spiegarne il valore ai nostri figli. Ma come gestire le spese all’interno di una famiglia? Meglio conti in comune o conti separati?
Questo annoso interrogativo è stato di recente affrontato anche dal Wall street Journal, evidenziando la complessità dell’argomento e dimostrando ancora una volta che la comunicazione è alla base di ogni rapporto.
La gestione delle finanze è un problema che sorge spesso dal momento in cui si inizia a vivere insieme. Per forza di cose alcune spese riguarderanno oggetti o servizi che entrambi usano. Parliamo dell’affitto e delle bollette, per esempio, ma anche della spesa o delle vacanze.
In questo caso la risposta sembra semplice, un conto in comune è il modo migliore per gestirle: addebito automatico della luce e del gas, carta di credito per prenotare gli alberghi… immaginate soltanto per un attimo di dover dividere queste operazioni tra due conti singoli. Un incubo.
Ma esiste anche un’altra tipologia di spese: quelle personali. Si può andare dalla chitarra desiderata da anni, al posto in cui si trascorre la pausa pranzo. C’è una grande differenza tra un tramezzino e un ristorante. Oppure i regali. Non è la migliore sorpresa scoprire quello che ci ha comprato il partner dall’estratto conto.
Anche in questo caso la risposta sembra ovvia: conti separati.
In effetti riflettendo le due soluzioni non sono incompatibili e hanno entrambe il pregio di risolvere situazioni di possibile conflitto. È molto probabile che al momento in cui inizi la convivenza entrambi abbiano già un proprio conto. Mantenetelo. Ma allo stesso tempo apritene uno comune per tutte le spese che deciderete di condividere.
È questo il punto fondamentale, decidere insieme: l’auto è una spesa comune? Magari ognuno ha la sua e una ha consumi e manodopera molto più ingenti. L’importante è essere d’accordo e, come spesso accade e come tutte le nostre unimamme sanno, parlarne è la soluzione.
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