Avete presente quel fastidioso effetto “occhi rossi” che viene nelle foto quando il flash si riflette nella pupilla? Ecco, al piccolo Nathan questo riflesso nell’occhio destro era bianco. La famiglia allora si è preoccupata – come riporta il sito del Corriere – e ha scoperto, proprio grazie alle diverse foto che sono state fatte al bambino che il neonato soffriva di leucocoria.
Questa malattia può colpire un solo occhio oppure tutti e due e il riflesso bianco ne è il sintomo; può essere provocata da:
Purtroppo però può essere anche segnale del retinoblastoma, un tumore molto comune che colpisce la retina prima dei 5 anni con circa 7-8mila casi all’anno e 3-4mila decessi soprattutto nel Sud del mondo, a causa generalmente di metastasi extraoculari che raggiungono il cervello tramite il nervo ottico.
Il problema è spesso il ritardo della diagnosi: in media si considera che per capire che si tratti di retinoblastoma passa circa un anno dai primi sintomi. Nei Paesi industrializzati guarisce il 95% dei bambini, anche se la vista può risultare compromessa, mentre ad esempio in India quasi la metà dei bambini che ne sono colpiti non sopravvivono.
L’ Harvard Medical School di Boston ha pertanto dichiarato che la fotografia con flash può diventare un ottimo strumento diagnostico; secondo il loro studio pubblicato su PLoS ONE, infatti, l’abitudine di fotografare i bambini può essere più efficace di una visita dal pediatra, perché:
A tale scopo, dicono i ricercatori, è importante promuovere l’uso delle macchine digitali, le uniche in grado di individuare il retinoblastoma (i genitori si accorgono del problema quando il fenomeno compare in genere nel 60% delle foto). Grazie inoltre a un algoritmo creato su Microsoft Excel è così ora possibile una diagnosi del tipo e dello stadio del tumore partendo proprio da una semplice foto scattata in famiglia.
E voi unimamme, cosa ne pensate?
Vi lasciamo con una storia in cui i genitori hanno identificato un retinoblastoma del figlio grazie a una foto.
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