Il gioco, quale parola più sublime per definire la libera espressione di un bambino.
Di questo è convinto il professor Peter Gray, professore di psicologia e autore del libro “Liberi di imparare: perché liberare l’istinto di giocare renderà più felici, più autosufficienti e migliori studenti per la vita“.
Il professore ha deciso di dire la sua riguardo l’intenzione del segretario dell’Istruzione britannica Michael Gove di aumentare i giorni di scuola.
L’idea sarebbe quella di eguagliare le scuole cinesi nei punteggi ottenuti nei test, proprio quando nella stessa Cina viene pubblicato un rapporto per diminuire le ore trascorse a scuola, il carico di compiti e i test come metro di valutazione.
In pratica senza tempo libero i ragazzi hanno meno spazi per sviluppare passioni, essere creativi e affinare capacità sociali e fisiche.
In quest’ottica vanno viste le opinioni del professor Gray secondo il quale il gioco è un elemento importantissimo per lo sviluppo dei bambini.
Grazie ad esso i piccoli educano se stessi, sperimentando le competenze che dovranno acquisire per diventare adulti. Per diventare persone equilibrate, felici e produttive i ragazzini devono affinare abilità che non possono essere insegnate a scuola.
Ad esempio tutti concordano che una chiave per il successo economico è la creatività e i bambini hanno un potenziale creativo enorme, ma questa non è certamente una capacità che si acquisisce sui banchi di scuola.
Altro elemento importante del gioco è la capacità di andare d’accordo con gli altri, di cooperare. Tutti i bimbi sono predisposti al gioco, attraverso il quale fanno pratica di correttezza e moralità. Durante questa attività si deve imparare a negoziare e arrivare a compromessi e riconoscere le capacità e i desideri degli altri.
L‘empatia non è certo una competenza inutile nella vita, tutt’altro.
Inoltre si può imparare a rispettare le regole, perché anche i giochi più selvaggi ne hanno e a controllare i propri impulsi.
Il gioco insegna anche a tenere a freno paura e rabbia, perché se si vuole continuare a divertirsi, anche se ci si è fatti male per esempio, occorre sviluppare un certo autocontrollo.
Purtroppo negli ultimi 50 e 60 anni le occasioni di gioco per i ragazzi sono notevolmente diminuite a causa di numerosi fattori sociali come
Tutto ciò si accompagna a un aumento delle malattie mentali infantili, tra cui ad esempio spicca la depressione. Ma anche la capacità di sviluppare l’empatia è in calo mentre il narcisismo è in aumento.
Gray auspica che l’infanzia venga nuovamente restituita ai nostri piccoli, con tutta la sua creatività e spinta a esplorare, altrimenti avremo una generazione emotivamente instabile.
E voi unimamme cosa ne pensate? Concordate con le teorie di Gray? Pensate anche anche i vostri figli giochino troppo poco?
Dite la vostra!
Vi lasciamo con una ricerca riguardante l’età troppo precoce in cui mandiamo i bambini a scuola.
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