Come ogni anno, nella Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, cerchiamo di fare il punto su questo disturbo e sulle ricerche svolte su di esso di cui vi abbiamo parlato in questi mesi.
Da uno studio emerso dai ricercatori dell’Università della California a San Diego si è evidenziato come i bimbi autistici abbiano alcune anomalie a livello cerebrale. Questi difetti possono formarsi tra il secondo e il terzo mese di gravidanza.
Gli scienziati dell’Università di Yale e della California Davis, hanno individuato pieghe anomale sulla placenta di bambini a cui poi è stato diagnosticato l’autismo. Questo studio, se confermato, dovrebbe aiutare a individuare i neonati a rischio.
Ricercatori della University of California hanno constatato che circa la metà dei fratelli minori di bimbi autistici hanno maggiori possibilità di sviluppare comportamenti atipici durante lo sviluppo. Verso i 12 mesi è l’età in cui si possono osservare i primi sintomi.
4- Autismo: nuovo studio mostra possibile sintomo per diagnosi infantile
I ricercatori Warren Jones e Ami Klin hanno condotto studi basati sull’eye tracking che ha permesso di individuare bimbi affetti da autismo quando erano molto piccoli. Già a pochi mesi questi bimbi evitano il contatto visivo.
5- Autismo: il cervello dei bambini a riposo genera maggiori informazioni
Gli scienziati della Westerne Reserve University e University of Toronto hanno scoperto che il cervello dei bimbi autistici, a riposo, genera il 42% di informazioni in più rispetto ai coetanei. A questo potrebbe essere imputato il loro scarso interesse per le relazioni sociali.
6- Autismo: una possibile cura per tutti i bimbi tra i 9 e i 24 mesi
Ricercatori della Rockefeller University hanno individuato nuove variazioni genetiche collegabili alla sindrome dell’autismo. Cominciando a trattare i bambini verso i 12 mesi si potrebbe quindi cambiare il corso della malattia.
7- Il mondo visto dai bimbi autistici va più veloce
Uno studio dell’Università di Rochester sottolinea come per questi bambini i movimenti percepiti vadano a velocità doppia rispetto ai coetanei. Questa capacità indurrebbe quindi un sovraccarico sensoriale.
8- Autismo: esiste un collegamento con l’inquinamento? Uno studio lo dimostra
Uno studio dell’Università di Chicago mostra come l’incidenza di casi di autismo è maggiore in relazione all’inquinamento. I maschi, in particolare, sarebbero particolarmente sensibili agli effetti dell’inquinamento.
Speriamo che con il progredire degli studi si trovino metodi per individuare precocemente questo tipo di problema e aiutare così questi piccoli e le loro famiglie.
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