Vagina bionica impiantata per la prima volta negli USA ed è funzionante

476505483

Ci sono voluti 25 anni di ricerche prima di rendere praticabile l‘impianto di una vagina bionica.

I ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center guidati dal dottor Anthony Atala, hanno realizzato con cellule umane, una vagina artificiale.

Questo organo ricostruito interamente in laboratorio potrebbe essere la risposta concreta a:

  •  malattie come la sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser. Stimata intorno a 1-9 su 100.000, che è causa lo sviluppo parziale o addirittura la mancanza assoluta della vagina. E’una rara malformazione congenita causata da una alterazione dei dotti di Muller
  • mutilazioni genitali.

La rivista The Lancet ha pubblicato la procedura  sperimentata dal team medico del dottor Atala.

  • sono state prese delle cellule umane dai muscoli e dalle cellule epiteliali delle stesse pazienti;
  • le cellule prese sono poi state coltivate in laboratorio fino al raggiungimento della grandezza necessaria;
  • dopo quattro settimane di laboratorio, le cellule sono state impiantate in uno “scaffold”, una struttura biodegradabile a forma di vagina;
  • dopo sette giorni da quest’ultima operazione avviene l’impianto fanale sul paziente.

Con questo iter, l’impianto è stato effettuato su 4 ragazze colpite da  sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser e di età compresa tra i 13 e i 18 anni.

Queste pazienti, a distanza di  anni dall’impianto mostrano organi perfettamente funzionanti, anche dal punto di vista sessuale.  Biopisie annuali hanno mostrato che la struttura biodegradabile è stata accettata dal corpo.

Inoltre, oltre ai parametri di accettazione biologica,  un questionario sono stati esaminati diversi parametri per valutare altri aspetti fisiologici della buona riuscita dell’impianto come:

  • il desiderio
  • l’eccitazione
  • la lubrificazione
  • l’orgasmo
  • la soddisfazione
  • il rapporto indolore

registrando risultati soddisfacenti.

Questa tecnologia potrebbe essere davvero utili a molte donne. Potrebbe rappresentare davvero la restituzione di una parte fondamentale della femminilità, da alcune donne purtroppo perduta.

Voi unimamme cosa ne pensate? Siete rimaste felicemente sbalordite da questo ulteriore sviluppo scientifico? Noi si!

 

 

 

Gestione cookie