L’adozione è un gesto meraviglioso e allo stesso tempo complesso.
Abbiamo approfondito questo tema in un articolo, affrontando il lato oscuro di questa scelta, ed oggi vogliamo dare voce a una storia diventata da subito caso nazionale e che da mesi affligge delle famiglie italiane che hanno scelto di compiere un’adozione internazionale il cui buon fine non ha una data.
Non c’è ancora un lieto epilogo infatti nella storia che vede l’affidamento bloccato di 24 bambini da parte di altrettante coppie italiane. Manca una carta, un documento che non c’è ancora a distanza di mesi e che non permette a questa vicenda di chiudersi.
Le 24 coppie, sono quotidianamente in contatto con i bambini via Skype. La tecnologia aiuta, ma non può minimamente lenire questa beffa che da tre mesi vede i genitori adottivi in Italia ed i loro figli rimasti in Congo.
Una mamma racconta le parole dei bambini: ” quando vengo a casa?”.
Per ora l’unico sentore di una casa e di una nuova vita sono i pacchi recapitati all’orfanotrofio che ancora ospita i piccoli e che contengono le lettere, le foto e i doni spediti dai genitori.
Tutto è cominciato a settembre 2013 quando, dalla capitale del Congo, è stata annunciata una moratoria sulle adozioni internazionali. Le coppie italiane sembravano dover superare questo blocco dovuto a sospette irregolarità e imposte verifiche.
L’allora ministro Cécile Kyenge aveva mediato i casi italiani, ma nessun esito ha avuto luogo visto che a questi bambini aventi già cognome italiano non è stato permesso di lasciare il Congo.
Il 10 aprile è partito per Kinshasa, capitale del Congo, un funzionario dell’unità di crisi, ed il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato questo caso una priorità per i funzionari del governo. In realtà però il caso sembra davvero lontano dal risolversi e a farlo pensare sono proprio i nuovi visti concessi ai genitori per poter andare a trovare i bambini e non fanno che alimentare la confusione.
Alcune mamme infatti manifestano il dubbio di tornare in Congo per poi dover affrontare di nuovo un rientro in Italia senza il proprio figlio, sarebbe ancor più straziante.
E neanche l’aspetto economico è trascurabile. Il fondo per le adozioni internazionali, istituito da una legge del 2007, è infatti bloccato dal 2011, così queste famiglie non ottengono neanche rimborsi che attutiscono almeno le difficoltà economiche provocate dalla situazione.
Le coppie italiane non sono state le uniche a dover affrontare questo problema, altri paesi come la Francia, hanno però trovato la via per districare questa faccenda permettendo alle coppie francesi di tornare a casa già mesi fa con i loro bambini.
Di chi sono le responsabilità di quanto sta accadendo? Della risoluzione ancora lontana di questa faccenda?
Possibile che a distanza di molti mesi le autorità non riescano a concludere l’ultimo passaggio di questa vicenda?