Essere vittime di bullismo non è purtroppo un momento confinato all’età: le conseguenze di violenze verbali e fisiche da parte di coetanei o di ragazzi più grandi quando si è bambini o anche adolescenti sono da riscontrare anche a parecchi anni di distanza, quando le vittime sono già adulte.
A dirlo è una ricerca pubblicata sull’American Journal of Psychiatry. I ricercatori del King’s College di Londra hanno infatti condotto uno studio su 7.771 persone nate nel 1958, oggetto di bullismo fra i 7 e gli 11 anni. I medici li hanno osservati per 40 anni fino al compimento dei 50 e hanno riscontrato una serie di ‘strascichi’ che appunto si sono protratti anche dopo molto tempo dalla violenza subita:
- alti livelli di stress psicologico
- difficoltà a raggiungere livelli di istruzione superiore
- difficoltà nelle relazioni interpersonali
- difficoltà a trovare lavoro
- difficoltà a guadagnare denaro
- minore qualità della vita
Nell’ambito dello studio:
- il 28% è stato oggetto di bullismo solo occasionalmente
- il 15% invece lo è stato frequentemente.
I primi hanno presentato a 50 anni una salute fisica e psicologica scarsa, mentre i secondi un rischio maggiore di depressione, disordini legati all’ansia e pensieri suicidi.
Ha dichiarato il Professor Louise Arseneault, uno degli autori della ricerca:
“Dobbiamo togliere la percezione che essere vittima di bullismo sia una parte inevitabile dell’adolescenza. Insegnanti, genitori e educatori dovrebbero stare in guardia su cosa accade a scuola sapendo che può avere ripercussioni a lungo termine per i loro figli. I programmi contro il bullismo sono estremamente importanti, ma dobbiamo anche concentrarci sul nostro dovere di prevenire potenziali problemi che si possono verificare nell’adolescenza e in età adulta”.
Insomma, anche per il bullismo vale l’importanza della prevenzione! Perché non bisogna dire “ma è normale”.
E voi unimamme, cosa ne pensate?