Uno dei metodi più diffusi si chiama “Ferberizing” dal nome del Richard Ferber che l’ha teorizzata nel 1985. L’approccio consiste nel lasciare il bambino nel lettino ad autoconsolarsi nel caso ad esempio si dovesse svegliare dopo la poppata.
Questa teoria ha però molti detrattori, tanto che il sito thestir.cafemom.com ha stilato una serie di motivi per cui sembra che non sia valida abbastanza, basandosi prevalentemente sulle ricerche condotte da Darcia Narvaez, professoressa di psicologia all’Università di Notre Dame:
1. I bambini lasciati piangere sono più stressati. Una ricerca condotta dall’Università del North Texas pubblicata dall’Early Human Development nel 2012, ha osservato 25 bambini tra i 4 e i 10 anni nei quali i livelli di cortisolo nella saliva, un ormone che viene prodotto dall’organismo in situazioni di forte stress e che se eccessivo ha alcune conseguenze negative, rimanevano alti nonostante fosse già il terzo giorno che venivano lasciati soli a dormire. Ciò indica che erano “fisicamente” stressati.
2. Mettere a nanna un bambino da solo può provocare a lungo termine degli effetti negativi. Secondo le ricerche della professoressa Narvaez far dormire da soli i bambini è negativo, perchè causano dei danni in termini di intelligenza, capacità sociali e salute.
3. Lo stress associato al pianto può avere effetti sullo sviluppo del cervello. Lo stress eccessivo può uccidere le sinapsi, che crescono rapidamente nel primo anno di vita; ciò significa che la rete di connessioni celebrali può non essere stabilizzata propriamente, soprattutto quelle che collegano la corteccia prefrontale con le parti piu’ vecchie del cervello. Se tali connessioni celebrali sono ben stabilite, il controllo dei sistemi primitivi di sopravvivenza (paura, rabbia) sono garantiti, in caso contrario si apre la strada allo sviluppo di ansia e depressione.
4. Lo stress potrebbe inoltre portare ad un’alta probabilità di problemi comportamentali. Lo stress, sempre secondo diverse ricerche, infatti può uccidere anche le cellule celebrali e esporre il bimbo a problemi di iperattività, scarsi risultati scolastici e tendenze antisociali.
5. Il pianto prolungato può causare un più basso quoziente intellettivo. Una ricerca ha dimostrato che i bambini lasciati piangere da 0 a 3 mesi hanno sviluppato un quoziente intelletivo a 5 anni inferiore di 9 punti quello medio.
6. I bambini che vengono lasciati piangere poi hanno maggiore possibilità di diventare più dipendenti poi. Nonostante si creda che lasciare che i bambini si “autoconsolino” serva a rinforzare la loro indipendenza, Narvaez sostiene che in realtà avviene l’opposto, ossia che i bambini diventano così infelici, aggressivi o petulanti, perchè hanno imparato che bisogna urlare per ottenere soddisfazione.
E voi unimamme cosa ne pensate? Siete d’accordo con la professoressa? Voi che metodo avete usato o state usando? Parliamone!
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