Qual è il mestiere più difficile del mondo? Beh, sicuramente quello del genitore.
Non c’è alcuna scuola che insegni come comportarsi e comunque sia si sbaglia sempre, sia che si sia più permissivi sia che si sia, invece, rigidi nell’educazione.
L’unica certezza è che si diventa genitori dal momento in cui si scopre di essere in “dolce attesa”, e anche se la gravidanza non dovesse avere termine sfociando in aborto, spontaneo o meno, o addirittura si dovesse scegliere di non tenere il bambino dandolo in adozione, nulla cambierebbe, poiché, come sostiene la psico-terapeuta Marie Hartwell “ormai la memoria e l’effetto di avere iniziato una nuova vita sarà sempre con voi”. E poi aggiunge che anche nel caso di adozione, dal momento in cui il bimbo varca la soglia di casa “c’è un bambino da crescere, la tua vita ha ormai intrapreso un percorso diverso. Ora c’è un bambino da nutrire e bisogna prendersi cura e preoccuparsi per lui”.
Diventare genitore è una cosa seria e tante sono le problematiche da affrontare e che bisogna ponderare bene prima di fare la difficile scelta di procreare. Inutile nasconderlo, l’arrivo di un bambino a cui dedicare cure e attenzioni stravolge la vita. Cambiano le abitudini e le priorità. Non si è più da soli.
Vediamo cosa ci consiglia di considerare la dottoressa Hartwell prima di decidere di diventare genitore.
1. Vuoi un bambino per le ragioni giuste?
I bambini non dovrebbero mai essere portati al mondo per il bisogno d’amore delle madri. L’amore di un bambino non sostituisce l’amore per un genitore, un partner o per gli amici. Il nostro compito è quello di amare loro incondizionatamente, non il contrario.
I bambini non dovrebbero mai essere portati al mondo per risolvere un problema. Essi non dovrebbero nascere per tenere un fidanzato, al fine di garantire una eredità o per cercare di risolvere i problemi di coppia. Quando una gravidanza si “programma” per risolvere un problema sicuramente sortisce l’effetto contrario e per di più si aggiunge anche una grossa responsabilità che è quella di prendersi cura di lui.
2. Il rapporto di coppia è stabile tanto da poter garantire al nascituro serenità e tranquillità?
È necessario fare una valutazione onesta della solidità di coppia. Tante, troppe, sono, infatti, le coppie che si separano durante il primo anno di vita del bambino a causa delle motivazioni più disparate:
- poco sonno,
- aumento delle spese,
- meno tempo per dedicarsi ad altro,
- ma, soprattutto per scarso amore.
Infatti, se il rapporto è solido, si superano tutte le difficoltà. Ma se tra i partner manca comunicazione, empatia, complicità tutto viene buttato alle ortiche. La famiglia è come una squadra, ognuno gioca il suo ruolo importante e necessario.
3. Se hai deciso di diventare genitore single hai un adeguato sostegno?
Essere un genitore single non è per niente facile. È fondamentale sia per il genitore che per il bambino essere sicuri di poter contare sull’aiuto di persone care e affidabili
- nonni,
- zii o
- amici.
Persone sulle quali fare affidamento ed essere sicuri di non disturbare a qualsiasi ora del giorno e della notte in caso di emergenza.
4. Sei pronto a mettere le esigenze di qualcun altro prima delle tue?
Sei consapevole che il tempo delle decisioni dell’ultimo momento resteranno un lontano ricordo? I bambini hanno bisogno di un programma ben dettagliato. Hanno bisogno di tutte le attenzioni, qualunque sia la decisione presa sia che si resti in casa o che si esca per qualsiasi motivo. Le esigenze dei bambini e l’attenzione rivolta verso loro dovrebbero essere molto più importante del desiderio di uscire di casa.
5. Sei pronto a rinunciare a un oggetto materiale per sostenere delle spese destinate a tuo figlio?
Se non si è benestanti, è probabile che saranno molte le volte in cui si dovrà rinunciare a ottenere un nuovo paio di scarpe o un nuovo dispositivo elettronico o qualsiasi altra proprio perché è il bambino ad aver bisogno di scarpe nuove, di cibo migliore o qualsiasi altra cosa. Un bravo genitore rinuncia senza rimpianti.
6. Si hanno le capacità finanziarie per donare al bimbo una vita dignitosa e priva di stenti?
È brutto da dirsi ma mantenere un figlio oltre ai sacrifici costa anche tanti soldi e man mano che i figli crescano aumentano in modo esponenziale anche le spese. Secondo l’ultimo rapporto della Federconsumatori crescere un figlio fino al raggiungimento dei 18 anni è costato quasi 171 mila euro. Per cui, per garantire ai figli e a voi stessi una buona vita, è necessario che i genitori abbiano un buon lavoro, dei risparmi da parte o siano in grado di vincere alla lotteria. Se non si dispone di uno o più di queste caratteristiche è meglio desistere dall’idea di procreare un figlio.
7. Si ha un’idea su che tipo di genitore si vorrà essere?
Un antico adagio recita “nessuno nasce imparato” e niente di più vero fu mai detto, certo è, però, che ognuno di noi ha un modello da seguire. Esistono infatti diverse tipologie di genitori
- il genitore anziano che si erge a tutor,
- il genitore giovane che tende a diventare amico,
- quello più autoritario,
- e quello più permissivo.
Bisogna impegnarsi quindi per diventare quello che si vorrebbe diventare, magari rivolgendosi ai propri genitori per chiedere consigli o addirittura a dei gruppi appositamente creati per aiutare a diventare tali.
Tirando le somme creare una famiglia, di nascita o d’adozione, non è cosa semplice e nessuna di queste domande, come dicevamo all’inizio, si presta ad una risposta univoca, ma, sicuramente, porsele e cercare di rispondere magari parlandone con il partner o con altre persone potrà esserci d’aiuto nel prendere la decisione giusta.
Tutto quanto scritto e sostenuto dalla nostra psico-terapeuta è assolutamente vero ma è altrettanto vero che ogni fatica e ogni sacrificio saranno ripagati con gli interessi proprio dai nostri figli che riusciranno a tirarci su di morale anche nei momenti più bui che affronteremo, anche con un loro semplice sorriso.
E voi cosa ne pensate care unimamme? Avete ponderato la scelta di diventare mamma oppure è stato il destino a scegliere per voi? Se avete voglia raccontateci la vostra esperienza.