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Attualità

Una donna colpita da una grave malattia è sopravvissuta grazie al morbillo

Published by
Maria Sole Bosaia

Sono ormai decenni che la scienza lotta contro il cancro, cercando affannosamente dei rimedi per contrastarne la progressione e dedicandosi anima e corpo alla ricerca di una cura.

Dall’America, finalmente, giunge una buona notizia che fa compiere un passo in avanti in più a questa lotta per la vita.

Il morbillo cura il cancro?

Una mamma originaria del Minnesota ha visto scomparire il suo cancro grazie a una dose massiccia di virus del morbillo, introdotta nel suo organismo.

Le condizioni di Stacy Erholtz, affetta da mieloma (un tumore del midollo osseo), erano piuttosto gravi, il suo cancro infatti si era diffuso in tutto il corpo. Ormai quasi priva di speranza la donna è riuscita ad accedere a una sperimentazione della Mayo Clinic , un’organizzazione no-profit per la pratica e ricerca medica molto famosa negli Stati Uniti, che si è svolta nel seguente modo:

  • alla donna sono stati inoculati 100 miliardi di unità di virus del morbillo, per fare una stima abbastanza da contagiare 10 milioni di persone.

Il sorprendente risultato, come tutte le grandi conquiste della scienza, è frutto di anni di sperimentazioni che, prima di approdare all’uomo, sono state effettuate sui topi.

Come riporta Stephen Russell, che ha guidato i test: “da diverso tempo sappiamo che inoculando un virus per via endovenosa nei topi si può contrastare l’avanzare del cancro nei topi. Nessuno però aveva dimostrato che si potesse fare anche sull’uomo”.

La tecnica della virologia oncologica non è affatto nuova, risale infatti al 1950, ed è stata utilizzata sul cancro alla vescica.

Purtroppo, è ancora un po’ presto per cantare vittoria, infatti il caso di Stacy Erholtz è molto particolare:

  • la donna aveva avuto limitata esposizione al virus del morbillo
  • il suo sistema immunitario era molto debole
  • il suo corpo non poteva contrastare l’assalto, molto feroce, del tipo di terapia a cui è stata sottoposta.

A riprova di tutto ciò un altro paziente sottoposto alla stessa cura non è stato fortunato come Stacy.

Lo scoglio maggiore, in questo tipo di approccio è il seguente:

  • la terapia può essere utilizzata solo una volta, poiché successivamente l’organismo crea degli anticorpi ancor prima che il virus possa attaccare i tumori

Attualmente i ricercatori stanno lavorando su un modo per far sì che il virus possa essere utilizzato anche su altri tumori.

Care unimamme siamo sempre più vicini alla cura per una delle malattie più temibili della nostra epoca, speriamo che arrivino presto risultati più certi.

 

 

Maria Sole Bosaia

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