C’era una volta il padre-padrone ma, per fortuna, adesso non c’è più…per lo meno non più in molte famiglie. Sempre più spesso, infatti, è possibile vedere padri affettuosi nei confronti dei propri figli e sempre più presenti nelle incombenze quotidiane che li riguardano, dal semplice (si fa per dire) cambio di pannolini alla passeggiata al parco e ancora in altre mille faccende affaccendati.
Focus e nostrofiglio.it con il supporto di Eurispes hanno condotto un’indagine, nella quale hanno coinvolto sia uomini che donne, genitori e non, per scoprire che rapporto si instaura tra i papà di nuova generazione e i propri figli prendendo in considerazione diverse loro caratteristiche:
- accudimento dei figli,
- capacità di dialogo,
- trasferimento dei valori,
- timori legati alla paternità e
- modifiche nel rapporto di coppi a dopo la nascita di un figlio.
Da questa indagine si evince che i padri italiani sono sempre più presenti nella vita dei propri figli ma se si tratta di fare rinunce sul lavoro è ancora la donna quella che sopporta maggiori sacrifici.
Così anche per quanto riguarda la comprensione e l’educazione dei bambini i padri sono un pò incerti sull’atteggiamento da tenere nei loro confronti, sono combattuti tra un atteggiamento autoritario, vecchio stampo, e uno più amichevole che però, non sempre, sortisce gli effetti desiderati.
Ecco alcuni dati che emergono dall’indagine:
- il 39% dei papà si sente tale già fin dal momento della notizia dell’arrivo di un figlio
- gli stessi hanno maggiori difficoltà proprio nell’accudirli, nello specifico hanno più difficoltà a
- lavarli,
- vestirli,
- preparare da mangiare,
- cambiare pannolini e via dicendo.
Per quasi tutti tante incombenze sono del tutto naturali per un padre, quali
- dare da mangiare ai figli (91,5%),
- leggere o raccontare loro favole (88,3%),
- accompagnare i figli alle attività extrascolastiche (85,2%),
- farli addormentare (84,1%),
- cambiare i pannolini (83,9%),
- lavare e vestire i bambini (77,7%),
- aiutare i figli a fare i compiti (77,7%).
anche se è vero che 1 uomo su 5 ammette che ciò è solo frutto di necessità; tuttavia, un intervistato su cinque preferisce sottolineare come in alcuni casi ciò rappresenti per un padre soprattutto una necessità legata alle circostanze.
Dalla ricerca si evince anche che per 3 coppie su 10 la nascita dei figli ha creato dei nervosismi di troppo mettendo in difficoltà il rapporto a due.
Questi i temi dei quali padri e figli parlano con più facilità e con maggior frequenza:
- il 69,9 % discute spesso di tempo libero e sport,
- il 65,3% parlano di scuola,
- il 49,7% di progetti per il futuro.
Questi quelli invece che non vengono trattati con facilità o addirittura neanche presi in considerazione:
- solo il 34,1% parla di sesso,
- il 28,1% parla di droga,
- il 23,3% affronta temi riguardo l’amore e le relazioni sentimentali,
- il 20,9% parla di politica,
- e solo il 15,1% affronta problemi e ansie personali.
Poi se per ben il 60,6% instaurare un rapporto amichevole con i propri figli è di basilare importanza, per ben il 51,3% sarebbe educativo dare qualche schiaffo di tanto in tanto. E tante altre contraddizioni ancora.
Questo uno specchietto riassuntivo di quanto risultato
Se vuoi conoscere i risultati integrali di questa indagine clicca qui.
Ma cosa ne viene fuori da questo sondaggio? Beh, sicuramente che è molto difficile definire un padre moderno italiano, ancora decisamente confuso e contraddittorio, ma una cosa emerge chiara agli occhi di tutti e cioè che i papà non vogliono più essere considerati secondi alle mamme e cercano di reggere il passo. Ma quanto occorrerà ancora affinchè ciò si realizzi? Forza papà, la strada è ancora lunga ma l’importante è avere iniziato…
E voi cosa ne pensate? Il vostro uomo è presente e collaborativo in casa o piuttosto menefreghista ed esigente? Che ne dite di trattare un profilo dei papà appartenenti alle mitiche unimamme?