In Italia, ad inizio 2012 i minori in Italia erano 10 milioni di cui 30 mila fuori dalla propria famiglia di origine.
Oggi la crisi economica che stiamo affrontando ha peggiorato la situazione di molte famiglie mettendo molti bambini a rischio di povertà.
Di questo si è parlato durante la Conferenza Nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza.
James Heckman, premio Nobel per l’economia, in un recente intervento dal titolo “Grandi idee per bambini: come si costruisce il futuro” ha sottolineato la relazione fra sviluppo di una nazione e il suo grado di investimento sull’infanzia: secondo lui è fondamentale per un Paese “investire sull’infanzia”, perchè
sono condizioni determinanti per il successo socio-economico nazionale.
C’è una stretta relazione fra problemi sociali come
Di solito l’abilità viene analizzata solo da un punto di vista cognitivo e spesso si tralascia l’altro lato, quello legato all’aspetto socioeconomico.
La formazione delle abilità durante tutto il ciclo vitale di una persona è in continuo movimento:
La motivazione influenza le abilità e le abilità la motivazione, e un bambino con abilità e motivato sarà in futuro una grande risorsa.
Per questo è importante intervenire presto e aiutare le famiglie svantaggiate. Sono ormai noti scientificamente gli effetti positivi dell’intervento precoce sui bambini che vivono in condizioni problematiche, inoltre più bassa è l’età nella quale si interviene, più alto è il ritorno economico dell’intervento.
Soprattutto in un periodo di crisi è importante che una delle priorità della politica sia capitalizzare il valore dei primi anni di vita dei bambini, lavorando anche sulla eliminazione di ineguaglianze di partenza, cosa che il nostro paese dovrebbe fare già dal 1989 anno in cui l’Italia ha aderito alla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo.
La Convenzione ONU del 1989 delinea in modo organico e completo lo Statuto dei diritti dei giovani cittadini, che diventa parte integrante del diritto interno e pienamente operante attraverso gli strumenti di ratifica. Essa traccia:
A dispetto della carta però in Italia la situazione non è positiva, all’inizio del 2012, come anticipato, 29.388 bambini erano fuori dalla propria famiglia di origine,
dato che evidenzia come sia ancora troppo debole l’impegno per evitare l’allontanamento con interventi mirati al sostegno delle famiglie che attraversano situazioni di disagio temporaneo, soprattutto di natura economica.
Ci sono ancora ragazzi che abbandonano precocemente la scuola per intraprendere illegalmente percorsi lavorativi poco qualificati e non solo per le difficoltà economiche della famiglia, ma anche per avere immediata disponibilità di danaro.
La dispersione scolastica nell’anno scolastico 2011/2012 era quantificabile in un numero di alunni pari a
Cosa si sta facendo quindi perché nessun bambino rimanga indietro? Ben poco…
Per superare una crisi bisogna iniziare dai bambini, perché come dice James Heckman
“L’istruzione e le competenze umane sono i fattori che maggiormente influenzano la produttività, sia nel campo del lavoro sia nella società. La famiglia è la maggiore responsabile delle abilità e della motivazione richieste per la formazione di studenti e lavoratori di successo (…). Se sono adottati consolidati programmi di intervento precoce, la scuola sarà più efficace, le aziende avranno migliori lavoratori da impiegare e formare, e la popolazione carceraria decrescerà. Ad un costo più basso per la società, il rafforzamento delle capacità genitoriali produrrà studenti meglio istruiti, lavoratori meglio formati e migliori cittadini.”
Lo scriviamo tutti insieme al governo, con la speranza che si faccia davvero qualcosa di concreto e risolutivo? Oggetto del messaggio potrebbe essere: “Che infanzia stiamo dando ai nostri figli e a tutti i bambini?”
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