I dati Istat e le nuove nascite: l’Istituto Nazionale di Statistica ha appena reso noto i dati del nuovo rapporto 2014 riferito ai dodici mesi appena trascorsi. Purtroppo l’Italia si conferma “un Paese per vecchi“, vista l’alta percentuale anziani:con 151,4 persone over-65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni, la nostra Penisola è tra i Paesi europei con maggiore longevità, seconda solo alla Germania che ha un valore più alto (158) mentre la media Ue28 è 116,6.
La speranza di vita è di 79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne. Anche in questo caso siamo ben sopra la media europea.
Se da una parte l’aspettativa di vivere a lungo è una buona notizia (non dimentichiamoci che siamo la Nazione della dieta mediterranea e che la qualità del cibo è correlata con l’insorgere delle malattie), dall’altra parte sembra che ci sia un forte calo dei nuovi nati. Nel 2013 infatti i bambini venuti al mondo sono soltanto 515mila (tra questi c’è anche la mia Paolina:)): soltanto 12mila in meno rispetto al minimo storico registrato nel 1995.
Secondo il ritratto tracciato dai dati i motivi sono:
E’ impressionante il numero di persone che non cercano lavoro: nel 2013 ai 3 milioni 113mila di disoccupati si aggiungono infatti 3 milioni 205mila forze lavoro potenziali, ovvero gli inattivi che non hanno un posto. Il totale raggiunge oltre i 6 milioni di individui che l’Istat nel Rapporto annuale chiama ”potenzialmente impiegabili”. Tra i giovani dai 15 ai 29 anni sono 2 milioni 435 mila, in aumento di 576mila rispetto al 2008, coloro che non studiano e non lavorano, i cosidetti Neet. Sono scesi invece di 1 milione 803 mila gli occupati under35 (questi invece sono le professioni più redditizie per gli Under 30).
Molti connazionali hanno deciso di emigrare all’estero, con il 36% in più di italiani oltre confine rispetto al 2011. Cala invece il numero di immigrati nel nostro Paese: nel 2012 gli ingressi sono stati 321mila, -27,7% rispetto al 2007.
Un quadro davvero desolante per chi invece ha voglia di famiglia. Speriamo che il nuovo Governo possa attuare delle misure per arginare il fenomeno. Se vi interessa avere poi avere ancora piùchiara la situazione, questo è il rapporto annuale 2014 dell’Istat.
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