A volte basta un po’ di programmazione, ma molto più spesso invece il lavoro di casa viene semplicemente sottovalutato.
L’esperienza di un uomo che si è ritrovato a casa ci racconta il contrario: ecco la descrizione della sua giornata tipo.
6:00 Mi alzo, preparo la colazione, metto mio figlio nella doccia e mi assicuro che abbia i denti lavati e tutto nello zaino.
6:45 Lo accompagno alla fermata dell’autobus.
7:01 Torno in casa appena in tempo per sentire mia figlia di tre anni che strilla e piange perché vuole la colazione. Le piace mangiare a letto mentre guarda il suo programma tv preferito.
7:02 A volte ricevo approvazione da mia figlia quando le porto la colazione. A volte no.
7:15 Vorrei fare una doccia. Non posso.
7:30 Mia moglie esce per andare a lavoro.
7:30 – 9:00 A volte in questo lasso di tempo riesco a tornare a letto insieme alle mie figlie. Se non ci riesco entrambe sono talmente sconvolte per essersi alzate così presto che non mi lasciano un secondo libero. Inoltre spesso lavoro fino a mezzanotte e un po’ di riposo in più non mi fa male. In ogni caso non è detto che sia così riposante stare con loro, visto che ogni 15 minuti vengo scalciato o qualcuno mi salta sullo stomaco o in testa.
9:00 In genere a quest’ora ricevo le richieste più assurde, come delle pepite di pollo con succo di frutto. Mia figlia pensa che io sia una specie di cameriere. Quando le dico che è troppo presto per quello che vorrebbe mangiare le pianta un piagnisteo che finisce soltanto quando le do esattamente quello che vuole.
9:05 Mi siedo sul divano col mio portatile sulle gambe, cercando di portare a termine un po’ di lavoro.
9:06 Mia figlia di 18 mesi sta mangiando e bevendo seduta sulla mia testa.
9:15 Mi tolgo i resti di cibo dalla testa e dal divano.
9:17 Cambio del pannolino.
9:20 Torno sul divano.
9:21 Mi chiedono Spongebob. Adesso hanno cominciato a chiedere specifici episodi.
10:30 Quella di 18 mesi dorme, mentre l’altra guarda la tv e mi chiede una domanda ogni venti secondi.
10:35 Finalmente riesco a fare la doccia.
10:45 Cambio del pannolino (versione puzzolente).
11:00 – 12:00 Riesco a terminare un po’ del mio lavoro.
Nota: è mezzogiorno e nessuna delle faccende domestiche è stata fatta.
12:00 – 12:30 Le bambine mangiano e io tento di tenere pulita la cucina mentre servo un pasto di sette portate.
12:30 – 14:00 Finalmente riesco a pulire un po’ la cucina e fare i panni. Se sono fortunato riesco a a raccogliere qualcuno dei milioni di giocattoli che stanno sul pavimento. Se sono fortunatissimo riesco anche a evitare di pestarne mentre cammino da una parte all’altra della casa.
14:00 – 14:30 Faccio vestire le bambine così possiamo andare alla fermata dell’autobus (sì, sono ancora in pigiama).
14:30 – 15:00 Giocano mentre aspettiamo che il loro fratellino scenda dall’autobus.
15:00 – 16:00 Le ragazze fanno un riposino mentre la cucina è di nuovo un disastro visto che mio figlio ha fatto uno spuntino. A volte riesco a prendere un po’ di tempo per lavorare un po’, ma non sempre.
16:00 17:00 Faccio da arbitro mentre i miei tre figli discutono su vari problemi senza scopo.
17:00 – 18:00 Aiuto mio figlio con i compiti, pulisco la casa, lavo i pavimenti, cucino cena.
18:00 Mia moglie torna a casa e mangiamo insieme. La maggior parte delle volte sono troppo stanco per raccontare com’è andata la giornata. A volte sono così frustrato che mangio da solo in veranda.
Nota: questo è un BUON giorno.
Non ho inserito le variabili impazzite:
e la lista è pressoché infinita.
Da oggi sappiate che chi resta in casa ha un lavoro da incubo, il peggiore che esista e sappiate anche che chi torna a casa la sera non si renderà mai conto di quello che è potuto accadere!
Un resoconto, questo pubblicato su Scarymommy.com, che suonerà familiare a molte delle nostre unimamme. E se volete condividere anche voi la vostra storia potete farlo nei commenti.
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