“Da dove arrivano i bambini?”. È la domanda posta dai bambini che lascia tutti in un momento di imbarazzo prima di rispondere in un modo piuttosto che in un altro.
C’è chi non risponde e distrae il bambino, chi si inventa storie che hanno a che fare con animali (cicogne) o vegetali (cavoli), e chi invece cerca di essere molto “scientifico” e preferisce usare termini tecnici poco comprensibili ai bambini.
Ci sono poi persone, come l’australiana Sophie Blackall illustra, nel suo ultimo libro “The Baby Tree” che, con delle vignette eloquenti ed emozionanti, immagina la storia di un bambino al quale i genitori dicono che è in arrivo un fratellino o una sorellina.
La nascita spiegata ai bambini
Il bambino dice tra sé e sé “Ho un centinaio di domande nella mia testa, ma l’unica che viene fuori è C’è dell’altro cocopops?”. La mamma e il papà sono così felici per il bambino in arrivo, tanto da concedergli una seconda porzione di cocopops. Una volta che il bambino è in grado di porre la sua vera domanda “Da dove vengono i bambini?” i suoi genitori sono già fuori dalla porta, in ritardo per il lavoro. Così egli si propone di porre la domanda a tutti gli altri adulti che riempiono la sua giornata quotidiana.
Prima di lasciarlo entrare a scuola, la sua baby sitter adolescente gli dice che i bambini provengono dall’albero dei bambini, che cresce dal seme di una pianta.
A scuola, il suo insegnante dice che provengono dall’ospedale, poi ansiosamente affretta a distrarre l’intera classe con il lavaggio dei pennelli.
Suo nonno gli dice che una cicogna porta il bambino in un fazzoletto durante la notte e li lascia davanti alla porta di casa dei genitori.
Roberto il postino dice che i bambini provengono dalle uova, ma “non sa dove trovare le uova”.
Infine, confuso dalle diverse spiegazioni, il bambino lo chiede ai suoi genitori, i quali gli danno una risposta chiara e semplice, sensibile, biologicamente accurata su come funziona la riproduzione:
“Da dentro la loro mamma, dice la mamma.
Partono da una cellula minuscola, dice papà.
Quasi troppo piccolo da vedere, dice la mamma.
Tutto comincia con un seme del loro papà…
Che viene piantato in un uovo all’interno della loro mamma…
Il bambino cresce poi là dentro per nove mesi…
Fino a quando non c’è più spazio nella pancia…
Ed è pronto a nascere. A volte a casa…
Ma di solito in ospedale”.
Il ragazzino è felice nel rendersi conto che tutti quelli a cui ha chiesto avevano ragione, dopo tutto Olive aveva ragione circa il seme, Roberto in merito all’uovo e il suo insegnante riguardo l’ospedale, tutti ad eccezione di suo nonno.
Il bambino allora pensa “Ho intenzione di spiegare al nonno da dove i bambini realmente provengono”.
Alla fine del racconto, Blackall offre risposte altrettanto semplici, succinte e affettuosamente accurate ad altre domande che i bambini piccoli potrebbero porre, da “come fa il seme del papà ad entrare in mamma” o le famiglie con due mamme o due papà. Insomma, un libro da prendere (per il momento è possibile trovarlo solo in inglese).
E voi unimamme come avete spiegato ai vostri figli come avviene il “miracolo della vita”?