Di questi tempi molti genitori si trovano ad affrontare insieme ai propri figli l’annosa scelta del percorso di studi da intraprendere. Sicuramente questo passaggio rappresenta uno dei momenti più importanti della vita di un figlio e direziona la sua istruzione nella speranza di un ingresso veloce al mondo del lavoro.
D’altra parte però c’è anche chi gli studi sta per completarli e guardando al panorama lavorativo, l’unica informazione che legge chiaramente è quella relativa al tasso di disoccupazione, ai massimi dal 1977 e che riguardo ai giovani sfiora percentuali altissime.
- Dal tasso medio del 46% si arriva infatti fino a un picco del 61% nel sud Italia.
Indubbiamente il lavoro nel nostro paese scarseggia o se c’ è, è spesso viene spesso mal pagato. Vi ricordate ad esempio dei dati di cui vi abiamo messo al corrente, di quanto è dura la vita di dei ricercatori rispetto al contesto europeo. Ma un altro importante dato caratterizza nel 2014 il mercato globale del lavoro:
- le aziende faticano a trovare professionalità adatte e qualificate per lo sviluppo del proprio business.
Ecco l’incredibile paradosso del mercato del lavoro.
C’è lo indica il rapporto Talent Shortage Survey, indagine condotta da ManpowerGroup su:
- circa 37 mila società
- in 42 Paesi del mondo.
In un momento in cui non si riesce più a creare posti di lavoro a sufficienza:
- un terzo delle aziende ha difficoltà a trovare personale.
Ecco alcuni dei più rilevanti dati emersi nello studio:
- il 36% delle imprese a livello globale ha difficoltà a reperire sul mercato figure professionali qualificate, questa percentuale è la più alta degli ultimi 7 anni
- le difficoltà maggiori a reperire personale sono soprattutto in campo ingegneristico, ma non solo. Anche nell’amministrativo, nel finanziario e nel commerciale si avvertono difficoltà.
- le aziende italiane nel 2014 dichiarano che è diventato molto più difficile trovare dei talenti qualificati soprattutto in ambito tecnico e di produzione, amministrativo e commerciale.
In Italia non mancano solo profili di produzione e tecnici specializzati, come ad esempio nei settori meccanico, elettromeccanico, elettronico, ma non si reperiscono neanche:
- segretarie e assistenti di direzione,
- professionisti dell’information technology
- e manager delle vendite, professionisti della contabilità e finanza,
- perfino autisti.
Ma ecco la “classifica” di tutti i 10 profili più difficili da trovare:
- Profili di produzione specializzati
- Tecnici specializzati
- Segretarie, Assistenti di Direzione, Assistenti amministrativi e personale di back office
- Addetti alle Vendite
- Professionisti IT
- Sales Manager
- Personale addetto alla ristorazione e personale alberghiero
- Professionisti nel settore Contabilità e Finanza
- Formatori
- Autisti
Un altro punto importante da sottolineare è che la difficoltà dichiarata dalle aziende nell’assumere sta anche nella mancanza di abilità e competenze trasversali. Oggi infatti è sempre più importante superare la specializzazione e settorializzazione. Servono sia le abilità tecniche che quelle trasversali come:
- capacità di collaborazione
- capacità di innovazione
- capacità di visione di insieme
- capacità di integrazione organizzativa
Ma come stanno reagendo le aziende a questa carenza di risorse umane?
La direzione intrapresa è quella di supplire alla mancanza di profili attraverso il potenziamento di una attività di formazione interna oltre al miglioramento dei metodi di valutazione e di talent sourcing.
Lo sviluppo di giovani talenti e l’attrazione di candidati, provenienti anche da altri paesi sembrano essere le chiavi più importanti per generare quel “capitale umano” chiave del successo di impresa.
Voi unimamme cosa ne pensate?
Come indirizzereste i vostri figli alla ricerca del proprio percorso professionale?
Qual è la vostra opinione sull’evoluzione del mercato del lavoro?