Care unimamme, vi abbiamo già parlato di parti plurigemellari, come quello delle 4 sorelline Clark, ma mai di un avvenimento simile avvenuto in un campo profughi.
Questa infatti è la storia di Aboubakrine Ag, Fatim Walet, Ousmane Ag e Oumar Ag, tre maschietti e una femminuccia che sono la gioia e la speranza di un campo di rifugiati in Mauretania, sulla Costa d’Avorio.
Per noi è faticoso e quasi impensabile riuscire a immaginare un luogo dove approdano senza niente, con solo i vestiti addosso, 59 mila persone spaventate e traumatizzate dalla guerra, ma questa è la situazione del campo di Mbera. Immaginatevi se tra queste c’è una donna alla 37esima settimana…
Fortuna che esistono organizzazioni come Medici Senza Frontiere che si occupano di tali emergenze. Un infermiera Sylvie racconta la storia di questa famigliola in cui Taghri, la mamma dei piccoli, è arrivata incinta di 37 settimane.
La donna è stata subito portata a Bassikounou, dove operano i volontari di Medici senza Frontiere e dove sono nati i 4 gemellini.
Tutti i piccoli sono sopravvissuti e ora, a distanza di qualche mese, crescono forti, tanto che il più piccolo pesa ormai 3,4 chili.
Sylvie, che si occupa con passione del benessere dei bimbi, cullandoli, allattandoli e aiutando la mamma a farlo a sua volta, tiene su il morale della donna con parole di grande saggezza.
“Sono un po’ una seconda madre, canto la ninnananna e la insegno alla sorella più grande perché possa poi farlo lei. E dico a Taghri che non dev’essere triste ma felice, quattro gemelli sono una grazia speciale, un segno di speranza per tutti i rifugiati che possono contare su cure mediche grazie agli aiuti umanitari”.
Ora la famiglia, che in totale è composta di 10 figli, conta di poter tornare presto al campo profughi, con la speranza, un giorno di poter far rientro nella loro terra di origine, martoriata dai conflitti.
“Medici Senza frontiere si sta prendendo cura dei nostri gemelli: Aboubakrine Ag, Fatim Walet, Ousmane Ag e Oumar Ag. Senza il loro aiuto non sapremmo come affrontare tutto questo“ dichiara Massaya, il padre dei piccoli, un uomo che nel suo paese lavorava come allevatore, mentre la moglie si occupava di cucito.
Ora entrambi sono impossibilitati a mantenere la propria famiglia e dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere.
Per fortuna grazie a Medici senza Frontiere e a una persona dedita come Sylvie un parto difficile come quello di Taghri è andato a buon fine e una famiglia è stata preservata.
Per chi è fuggito dal Mali falciato dalla guerra la sopravvivenza è legata agli aiuti umanitari di associazioni come Medici senza Frontiere che, solo nel 2013, ha effettuato 147.681 visite.
Se volete aiutare persone come Taghri e la sua famiglia, vittime innocenti di una situazione più grande di loro potete destinare il vostro 5×1000 dell’IRPEF a sostegno di questa associazione.
Il codice fiscale è: 970 961 20 585
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