Molte persone in Oregon si sono indignate appena si è diffusa la notizia che la prassi per i feti abortiti era quella di finire nell’inceneritore allo scopo di generare energia elettrica.
La pratica non è diffusa esclusivamente a questo particolare stato: i rifiuti speciali degli ospedali, compresi gli organi amputati, i tessuti cancerogeni, ossa e ogni tipo di fluido corporeo vengono bruciati all’interno degli inceneritori. E questo avviene a livello mondiale.
Come riportato da Livescience, a marzo un’ondata di proteste si era diffusa anche in Gran Bretagna alla notizia che i feti abortiti venivano bruciati, insieme agli altri rifiuti, per scaldare gli ospedali. Il ministro inglese del Dipartimento della Salute, Dr. Dan Poulter, aveva dichiarato “Questa pratica è totalmente inaccettabile”.
In realtà la pratica non è solo accettata, ma è addirittura vincolata nella sua esecuzione dai codici e dalle leggi di moltissimi stati che regolano il trattamento di materiali ospedalieri possibilmente pericolosi per la salute pubblica.
La cremazione è infatti uno dei sistemi più sicuri e più “puliti” per disfarsi dei tessuti umani. In molti stati (tra cui l’Oregon), la raccolta differenziata ha portato anche al riutilizzo dei rifiuti allo scopo di generare elettricità e i rifiuti ospedalieri non hanno fatto eccezione.
Non sarebbe il caso di escludere i feti da quest’ultima destinazione?
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