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Categoria News

9000 i minori da gennaio a oggi hanno attraversato il Mediteranneo

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Michele

L’occasione per parlare dei bambini profughi è data dalla Giornata Mondiale del Rifugiato: il 20 giugno 2014 è ricorso quest’evento che nelle intenzioni ha voluto dar voce a tutte quelle persone che sono dovute fuggire dal loro paese e che spesso consideriamo come ospiti indesiderati piuttosto che come anime in pena.

Qualche tempo fa avevamo riportato un appello in difesa della Siria e dei suoi abitanti che stanno soffrendo enormemente a causa di un conflitto che non sembra conoscere fine. A farne le spese è la popolazione civile e in maggior parte i bambini che si trovano in mezzo, non essendo nemmeno in grado di capire quale entità abbia il pericolo.

Il conflitto che devasta la Siria è iniziato tre anni fa: il rapporto di Save the Children “L’Ultima Spiaggia. Dalla Siria all’Europa, in fuga dalla guerrastilato in concomitanza della ricorrenza mondiale mette in mostra la prospettiva dei bambini. Le loro case distrutte, i villaggi sconquassati dai combattimenti, a molti di loro si prospetta un’unica scelta: combattere o a fuggire. Le storie raccolte sono state ascoltate dai rifugiati sbarcati in Sicilia e in Calabria o durante il loro viaggio nella Penisola che li ha portati a Roma e Milano.

Racconti che non risparmiano dettagli atroci sulle torture, le amputazioni o le malattie che si diffondono e li colpiscono per la malnutrizione o la mancanza d’acqua.

Da gennaio a oggi sono sbarcati 58 mila migranti, di cui 9 mila sono minori e l’età media è di 5 anni.

Da quando i paesi in conflitto sono aumentati è aumentato ovviamente anche il numero dei migranti e quello dei minori che cercano di mettersi in salvo o vengono fatti partire nella speranza che il futuro gli riservi qualcosa di meglio di quanto li aspetta nel proprio paese.

La Siria è diventata il secondo paese per quantità di emigranti accolti in Italia.

Il viaggio che intraprendono queste persone non è semplice e spesso è lunghissimo. Si tratta di una vera e propria odissea che parte dalla Siria e si snoda spesso attraverso il Libano e l’Egitto, da lì, dopo aver vissuto per mesi in totale precarietà molti si sono spostati in Libia o hanno cercato direttamente la fortuna in mare.

L’instabilità del medio oriente e dei paesi africani che si affacciano sul mediterraneo non ha facilitato la gestione e l’aiuto di questi flussi migratori. In paesi come la Libia dove la situazione è incandescente queste minoranze sono state trattate come rifiuti e hanno vissuto con l’impossibilità di trovare un lavoro regolare o una casa.

Molti partono perché preferiscono morire piuttosto che rimanere a vivere in tali situazioni di povertà e rischio. Le ragazze venivano spesso minacciate e spinte a sposarsi contro il loro volere. La diffusione capillare di armi da fuoco non facilita la vita delle famiglie immigrate. Molti sperano di arrivare nel Nord Europa, meta che assomiglia a un miraggio.

Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, ha dichiarato: “Quella della Siria è una delle più grandi crisi umanitarie del nostro tempo che sta avendo un effetto devastante su un’intera generazione di bambini. Sono 4,3 milioni i bambini intrappolati nel Paese e in grave bisogno di aiuto, ma siamo a 3 mesi dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla facilitazione dell’accesso degli aiuti umanitari e non abbiamo visto cambiare di una virgola la situazione sul campo”.

Purtroppo, la strada per migliorare le condizioni di vita di tutti è ancora lunga.

Save the Children oltre ad aver documentato e denunciato ha presentato ad ottobre un disegno di legge per disciplinare compiutamente la protezione e l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

E’ stata inoltre creata una pagina facebookIl viaggio di Bereket“, che racconta il viaggio di un ragazzo, personaggio inventato, di 15 anni dall’Eritrea verso la Germania, prendendo spunto dalle testionianze raccolte. Lo scopo? Sensibilizzare il pubblico sulla condizione e sui rischi che corrono i minori. Visitatela, vi renderete conto di ciò che vivono!

Sostenere, anche con poco, Savethechildren significa aiutare anche questi bambini!

Michele

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