Strano ma vero, la depressione post parto, tanto temuta dalle donne incinte, in realtà può insorgere nelle mamme anche a distanza di qualche anno dall’avvenuto parto. Questo quello scoperto da un recente studio condotto in Australia, presso il Murdoch Children’s Research Institute, riportato su Independent.ie, in base al quale si è scoperto che lo stato di salute mentale di una mamma è a rischio per diversi anni dopo la nascita del primogenito.
I ricercatori hanno scoperto che la depressione post parto è più probabile che colpisca una mamma intorno ai 4 anni di vita del figlio piuttosto che nel primo anno di vita, proprio come raccontano Maria e Fiona, due mamme vittime della depressione dopo diversi anni dalla nascita dei loro figli.
Maria, per esempio, racconta di essersi resa conto, o meglio che gli specialisti le hanno diagnosticato una depressione post parto quando il figlio aveva 4 anni e dice “Ho vissuto con la depressione per anni senza saperlo, forse fin dalla mia prima gravidanza, ma se quattro anni prima della presa di coscienza mi avessero chiesto se fossi depressa, avrei risposto di no, perché non avevo consapevolezza”.
Fiona, invece, una blogger mamma di due bambini di 6 e 3 anni, racconta della sua esperienza e del momento in cui le hanno detto di essere vittima della depressione post parto poco dopo la nascita del suo primo figlio e poi anche un disturbo di personalità borderline. Fiona dice “Le madri hanno l’abitudine di dire che tutto va bene, quindi è davvero un sollievo ogni volta che qualcuno ammette di trovare le cose difficili”.
Sia per Maria che per Fiona, la depressione è peggiorata dopo la nascita del loro secondo bambino. Fiona, infatti racconta “Il mio secondo figlio aveva 18 mesi la prima volta che sono stata ricoverata in ospedale per depressione, ma ero convinta di non aver bisogno di aiuto e quindi ho convinto i medici a mandarmi a casa. Nove mesi dopo, però, ho avuto un brutto crollo e sono finita nel reparto psichiatrico di Galway per ben cinque settimane con depressione grave”.
Nel caso di Maria, invece, ha vissuto la seconda gravidanza con molte ansie, infatti racconta “A metà della la mia prima gravidanza, abbiamo appreso che mio marito stava per essere inviato in Iraq e poi abbiamo scoperto che il nostro bambino non stava bene tanto che a poche settimane di vita il suo rene è stato rimosso. Gli otto mesi successivi sono stati una tortura. Mio marito era in una zona di guerra e io ero a casa da sola, senza famiglia nelle vicinanze, cercando di trovare un equilibrio con un neonato al quale era appena stato esportato un importante organo. Ho sviluppato un disturbo alimentare come conseguenza dello stress”. In qualche modo è andata avanti e quando la figlia aveva quattro anni, Maria ha scoperto di essere incinta e racconta quel momento dicendo “È stato uno shock incredibile quando ho scoperto di essere incinta di due settimane. Ho vomitato tutto il giorno, perché, dopo la brutta esperienza vissuta con il nostro primo bambino, mi sono sentita improvvisamente sopraffatta da una terribile ansia per tutto quello che sarebbe potuto andare storto”.
La nascita del secondo figlio per Maria è stato un evento traumatico. Durante il parto si è fratturata un’anca e ha dovuto rimanere in ospedale per diverse settimane. Ma anche in ospedale Maria non riusciva a vedere soluzioni a quanto le stesse accadendo. Ha iniziato a mangiare a dismisura: “Ho accumulato molto peso durante la mia seconda gravidanza, con il mio mangiare fuori da ogni controllo ma nessuno ha individuato il mio disturbo alimentare”. Una volta a casa si è ritrovata a vivere in uno stato quasi catatonico “Mi sedevo con il bambino davanti alla TV al mattino e poi stavo in cucina per ore a fissare il vuoto, pensando alle cose da fare senza, però, metterle in atto. Le altre mamme portavano i loro bambini a passeggio o erano impegnate in varie attività mentre io non volevo uscire di casa, mi sentivo pigra, stupida e grassa. Un vero fallimento”.
Solo quando si è resa conto di avere un disturbo alimentare Maria si è recata da un nutrizionista che, dopo averla visitata, le ha diagnosticato la depressione post parto “Non potevo negare il problema con il cibo, ma la depressione non volevo accettarla. Segretamente, ho pensato ‘io sono più forte di quella’”. Poco prima del suo 40esimo compleanno ha iniziato a vivere momenti di panico in seguito ai quali piangeva ininterrottamente e ha chiesto aiuto.
Maria e Fiona stanno facendo un trattamento contro la depressione e sostengono che molto di più si potrebbe fare per monitorare la salute mentale delle mamme, iniziando dalla gravidanza.
Secondo Irene Lowry, membro di Coltiva, un’organizzazione nata nel 2011 in Irlanda per offrire consulenza e sostegno alle donne vittime di problemi mentali successivi al parto “Molte donne sono preda di sentimenti di vergogna, imbarazzo e senso di colpa e non esternano le loro paure e le loro ansie” ma, continua dicendo che “È molto importante che le donne sappiano che con un intervento professionale tempestivo una donna può sentirsi di nuovo bene, e la tranquillità della vita familiare può essere ripristinata”.
– pianto inconsulto e immotivato
– sensazione di esaurimento spesso accompagnato da mancanza di sonno
– ansia senza motivazioni valide
– attacchi di panico
– perdita della libido
– allontanamento dai propri cari
– apatia
– insofferenza verso il bambino.
E allora prestiamo attenzione a quello che ci accade dopo il parto e, se riconosciamo di vivere un momento difficile, chiediamo aiuto alle persone che ci circondano. Non sottovalutiamo niente. Purtroppo non siamo dei robot e a volte crolliamo. Ma con l’aiuto di chi ci vuole bene e degli specialisti riusciremo a rialzarci e a tornare più forti di prima, siamo mamme.
Ehi voi, mitiche unimamme avete vissuto dei periodi particolari dopo le vostre gravidanze? Come avete affrontato le difficoltà incontrate dopo la nascita del vostro bimbo? Se vi va condividete con noi le vostre esperienze.
Voi sapreste riconoscere la depressione post partum?
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