Punizioni, 18 regole che ci aiuteranno a scegliere quella più adatta

punizioneSpesso ci ritroviamo a dover fare i conti con delle situazioni spiacevoli per le quali è giusto punire il nostro piccolo “malfattore” ma altrettanto spesso le punizioni che vengono “inflitte” non sono adeguate allo sbaglio fatto. E allora cerchiamo di seguire alcune semplici regole per evitare di dare una punizione troppo grande per un piccolo errore e viceversa.

Vademecum delle punizioni

1. Le punizioni devono essere finalizzate.
È necessario che la punizione sia sempre educativa, e che il bambino capisca il perché della stessa e dunque l’importanza di quella regola. In questo modo si educa il bambino a rispettare i terzi e a comprendere alcuni principi  fondamentali nella vita quali

  • la giustizia
  • la reciproca solidarietà,
  • il rispetto,
  • i diritti
  • e soprattutto i doveri.

2. La punizione deve modificare un determinato comportamento e non le emozioni.
Chiaramente sarebbe illogico punire un bambino perché soffre di gelosia o perché prova un sentimento negativo verso un amichetto prepotente, bisogna aiutare il piccolo a gestire le proprie emozioni non a contestargliele. Certo è che se verso le persone verso le quali nutre questi sentimenti il piccolo dovesse fare qualcosa di sbagliato tipo spinte o comunque azioni negative allora la punizione sarebbe obbligatoria.

3. Le punizioni devono essere chiare e comprensibili.
Ogni volta che si punisce un bambino bisogna che la punizione sia ben chiara sia nella motivazione, nell’esecuzione e nello scopo. Ovvero

  • “Ti punisco perché hai fatto… e non dovevi farlo”(motivazione),
  • “Per punizione dovrai, o non dovrai, fare questa cosa” (esecuzione),
  • “Questo perché devi capire che quel comportamento non va proprio bene” (scopo).

È indispensabile, inoltre, che questi “provvedimenti” vengano riconosciuti come punizioni, quindi è il caso di sottolinearlo ogni volta che si attuano.

4. Le punizioni devono essere immediate.
Come detto poc’anzi bisogna sempre chiarire il motivo della punizione per non essere considerati insensati e quindi perdere di credibilità ma, ovviamente, la punizione deve essere contestuale, ovvero immediata, non si può punire un bambino a posteriori, non ne comprenderebbe il motivo e la punizione non sortirebbe l’effetto giusto. Più il bambino è piccolo e meno comprende la punizione “tardiva” quindi meglio evitare la punizione tipo “La settimana prossima non andrai alla festa della tua amica” alla quale è preferibile “Questo pomeriggio non guardi il primo quarto d’ora dei cartoni animati”.

5. Le punizioni devono essere accettabili.
Ovviamente le punizioni devono essere fattibili. Non si può “infliggere” una punizione impossibile o superiore alle capacità del bambino. Le punizioni, quindi, non devono essere

  • impossibili,
  • disgustose,
  • crudeli,
  • violente,
  • interminabili,
  • lesive della persona,
  • derisorie,
  • inadeguate.

La punizione deve mostrare al bambino che egli deve, perché può, tenere un certo comportamento adeguato al vivere civile e al suo livello di crescita.

6. Le punizioni devono essere proporzionate al danno.
Il bambino deve percepire che la punizione è giusta, ovvero proporzionata all’errore commesso. Una punizione sproporzionata può suscitare nello stesso la reazione contraria e annullare lo scopo per il quale viene data.

7. Le punizioni devono essere il più possibile simboliche.
Il bambino punito deve comprendere il senso della punizione e deve comprendere che la legge e l’autorità che l’ha stabilita devono essere rispettate, e inoltre deve sapere che esiste una responsabilità personale delle proprie azioni. È la disapprovazione esplicitata dal fatto stesso di essere punito quella che conta, non il tipo o l’entità della punizione.

8. Le punizioni non devono danneggiare esperienze di vita importanti.
Una punizione che impedisce di prendere parte a una gita scolastica o a una festa con amici, piuttosto che a un pigiama party o a un campeggio con gli amici, o alla lezione di ginnastica o di nuoto, non è senz’altro una punizione buona poiché in questo modo si lederebbe l’autostima del bambino che si sentirebbe preso in giro dagli amici.

9. Le punizioni devono essere poche per non perdere di efficacia.
Troppe punizioni, ravvicinate tra loro, rischiano di diventare inefficaci perché il bambino considerandole una prassi non le prende più sul serio e questo sarebbe davvero svilente per i genitori perché ciò che viene svalutato riguarda proprio la credibilità e l’autorità dei genitori o degli educatori in genere. un bambino continuamente in punizione diventa un bambino disorientato che perde le priorità e le regole da seguire. Stessa cosa, però, dicasi per il bambino che non viene punito mai e al quale tutto è permesso. Per cui bisogna cercare di dosare le punizioni e di darle solo quando è veramente necessario.

10. Le punizioni devono essere piccole e sempre adeguate all’età.
La condizione indispensabile per infliggere una punizione è che la stessa sia connessa alla regola prestabilita e al fatto compiuto (azione od omissione) che trasgredisce tale regola. Ciò perché il bambino deve essere in grado di comprendere che in futuro dovrà rispettare la regola a cui, in qualche modo, ha trasgredito. Chiaramente le regole cambiano a seconda dell’età e così anche le relative punizioni. Per esempio, per un bambino di due anni sarà difficilissimo riuscire a non mettere le scarpe sul divano, mentre un ragazzo di dodici anni ne è perfettamente in grado.

11. Ogni volta che si dà una punizione bisogna indicare al bambino cosa deve fare per rimediare e apprezzare i suoi tentativi di recupero.
Nel caso in cui il bambino dovesse dire “Ma non l’ho fatto apposta!” bisogna comunque fargli comprendere l’errore rispondendo “Va bene, non l’hai fatto apposta, però devi imparare lo stesso a non farlo. La punizione ti serve a ricordartelo”. Inoltre bisogna che il bambino si scusi con la persona a cui ha mancato di rispetto spiegandogli che quello è un modo giusto per riparare allo sbaglio.

12. Quando è possibile far coincidere la punizione con la riparazione dell’eventuale danno arrecato.
Per esempio: “Non devi graffiare il fratellino, perché gli fai male. Adesso per punizione stai seduta sulla sedia per un minuto e mezzo. Poi, per fare la pace, gli dai un bacino. Alla fine, anche io ti darò un bacino, per dirti che tutto è finito e tutto ritorna come prima”.

13. A punizione compiuta bisogna fare pace e perdonare.
Dopo che il bambino ha terminato la punizione la frase tipo da dirgli è “Adesso è finita. Lo so che tu hai capito. So che te lo ricorderai e che cercherai di fare come ti ho detto e di non fare più come hai fatto”, questo perché il bambino deve imparare che è stato punito per un comportamento sbagliato da non ripetere.

14. La punizione deve contenere anche un incoraggiamento verso il futuro.
La punizione quindi deve essere un mezzo con il quale far comprendere al bimbo l’importanza di sapersi comportare e non invece un mero castigo fine a se stesso. La punizione è sempre un mezzo, mai uno scopo.

15. Le punizioni non devono umiliare.
Purtroppo, nostro malgrado, può accadere che una punizione venga subita con umiliazione dal nostro bambino, soprattutto se punito in presenza di terze persone (compagni di scuola, fratelli e sorelle, amici e amiche) per cui sarebbe conveniente evitare di umiliarlo e magari ammonirlo affinchè capisca lo sbaglio e impari cosa fare o non fare. In ogni caso, però, sono da evitare frasi offensive del tipo

  • “Tu sei solo cattivo!”,
  • “Non imparerai mai”,
  • “Finirai delinquente”,
  • “Sei nato per la mia disperazione”, o simili.

16. Le punizioni non sono una vendetta.
Questo è un concetto da tenere sempre a mente sia nel comportamento che nelle parole, ovvero non bisogna far credere al bimbo che la punizione sia un modo per vendicarci di quanto dal lui commesso quanto, invece, un metodo per comprendere lo sbaglio.

17. Le punizioni non devono mai essere contrattate.
Una volta che la punizione viene data è necessario che venga portata a compimento. Mai contrattare o scendere a compromessi. Bisogna pretendere che il bambino la porta a compimento, con semplicità e fermezza. Nel caso contrario si potrebbero creare confusioni nel bambino e si perderebbe di credibilità. Anche per questo motivo è sempre meglio che le punizioni siano

  • poche,
  • simboliche,
  • chiare
  • decise.

Se il bambino tende a contraddire la punizione, innescando una discussione, lo si richiama all’ordine dicendo frasi del tipo “Stop. Adesso basta. Ne parliamo fra mezz’ora. Adesso sono troppo arrabbiato”. Facendo così si insegna ai piccoli anche come gestire la rabbia.

18. Le punizioni non devono mai riguardare il mangiare, il dormire, le cure della persona e le funzioni vitali in genere.
Mai dare punizioni che riguardano le funzioni vitali, tipo “Guarda che ti mando a letto senza cena!”, “Se non stai bravo, ti faccio mangiare gli spinaci!”, “Fila subito a dormire, perché sei stato cattivo!”, “Quella parolaccia non la devi dire. Adesso vai subito a lavarti i denti!” e via dicendo, perché potrebbero comportare seri problemi proprio in relazione al fabbisogno quotidiano, tipo insonnia piuttosto che trascuratezza nella cura della persona.

Ecco, queste regole suggeriteci dallo psicoanalista Paolo Roccato, dovrebbero facilitarci a scegliere la giusta punizione per i nostri bambini e a farci comprendere che l’eccessiva rigidità molte volte può ritorcercisi contro.

E voi, unimamme, cosa ne pensate a tal proposito? Avete qualche dritta da condividere con noi?

Noi vi lasciamo con il metodo alternativo della regola dei punti.

 

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