Unimamme che guardate ammirate gli scarabocchi dei vostri bimbi come se fossero dei piccoli Picasso, certamente avrete tentato a più riprese di interpretare formine e linee lasciate sul foglio dai vostri figli.
I disegni dei piccoli sono una delle forme di comunicazione da loro favorite e, oltre ad essere un aspetto della personalità ed evidenziare la loro maturazione, indicano anche:
I primi segni cominciano a essere tracciati a circa 18-20 mesi, spesso però si tratta di colpi così forti da rompere il foglio. Questo perché il controllo motorio dei piccoli è ancora limitato. Vediamo però come si sviluppa, in modo graduale, la consapevolezza dei bambini.
Il bimbo scopre che esiste un rapporto tra movimenti e segni ottenuti. Di solito si tratta di linee verticali, orizzontali o circonferenze.
Si comincia a dare un senso allo scarabocchio. Il piccolo disegna emozioni che ha vissuto intensamente. Esiste quindi un’intenzionalità rappresentativa.
Gli scarabocchi diventano comprensibili anche all’adulto. Emergono le prime figure umane. I bambini cominciano a raffigurare le persone che però sono ancora molto schematiche, di solito si tratta di un cerchio da cui partono braccia e gambe. Pian piano, all’interno del cerchio compaiono gli occhi e infine anche bocca e naso.
Ora l’omino è completo, ci sono anche braccia, gambe e un tronco, persino le orecchie anche se un po’ sproporzionate. Gli arti diventano bidimensionali e compaiono i primi cenni di vestiario.
Lo schema mentale del corpo è più completo e l’omino acquisisce un collo, le mani. Solitamente le bambine arricchiscono di dettagli il loro disegno, come fiori, giocattoli e animali.
Le persone amate vengono rappresentate con più cura, a volte persino in movimento. Quest’ultimo elemento, in modo particolare, denoterebbe una personalità estroversa.
I bambini disegnano gli aspetti della realtà che per loro hanno maggiore importanza. Questa fase termina verso i 9 anni. Proporzioni e prospettiva vengono acquisite col tempo, ma i temi che per loro sono più sentiti rimangono sproporzionati. Se un bambino disegna tutto nelle stesse proporzioni vuol dire che la sua partecipazione emotiva è scarsa. Le cose di maggior valore per il piccolo tendono ad occupare una posizione centrale, ma non vi è nessun legame tra dimensioni e intelligenza del ragazzino.
Tracciare segni, colorare, per i piccoli è uno strumento di espressione della loro vita emotiva.
Forza e intensità del tratto grafico indicano:
i bimbi più maturi solitamente variano nell’uso del tracciato, mentre quelli più immaturi realizzano tracciati corti e miseri.
Esiste un parallelismo tra la scelta del coloro e l’emotività del soggetto. I bimbi sotto i sei anni hanno una speciale predilezione per il colore che favoriscono addirittura rispetto alla forma. Quando il bimbo è piccolo le tonalità sono molto forti, ma man mano che cresce aumentano le sfumature. Oltre a divertire i piccoli i colori svolgono una funzione di stimolo all’azione e all’esplorazione.
Si tratta di 3 temi molto interessanti per la rappresentazione del mondo interiore del piccolo:
Come riportato su Mentesana le tappe dello sviluppo infantile rappresentato dai disegni sono molto più complesse di quello ci saremmo potuti immaginare. Pensate anche alle opere dell’undicenne Kieron Williamson che dipinge come Claude Monet, dopotutto i bambini possono riservaci molte sorprese.
E voi unimamme ora guarderete i fogli colorati dei vostri piccoli con occhio diverso?
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