Chi porta questo nome è una persona estroversa, gioviale che sprizza allegria da tutti i pori. Ama gli sport e vivere all’aria aperta. Tiene all’amore e all’amicizia. Non ha grande interesse per lo studio per il quale risulta essere un po’ pigra, però se si mette in testa di raggiungere un obiettivo fa di tutto per raggiungerlo, anche scolasticamente parlando.
Varianti del nome:
I simboli associati al nome sono:
Per quanto riguarda il santo, il 10 luglio, si festeggia Santa Vittoria (Roma, 230 – Trebula Mutuesca, 18 dicembre 253), martire della Chiesa cattolica.
Vittoria nasce in una nobile famiglia romana e riceve il battesimo da bambina. Giunta all’età di 20 anni viene chiesta in sposa dal nobile Eugenio ma sua cugina Anatolia, più grande di lei di qualche anno, anch’essa chiesta in un sposa da un altro nobile, la convince a diventare “Vergine di Cristo”. Vittoria decide così di seguire sua cugina e, dopo aver venduto tutti i suoi preziosi e i suoi averi, distribuisce il ricavato ai poveri e rifiuta la corte del nobile Eugenio che, tra l’altro, vuole sposarla per accedere alla sua dote.
I due nobili pretendenti di Vittoria e di Anatolia rapiscono le due giovani ragazze e le segregano nelle proprie tenute in Sabina, Vittoria viene isolata a Trebula Mutuesca (l’odierna Monteleone Sabino) e Anatolia nella città di Thiora.
Secondo quanto scritto nella Passio vicino al luogo di prigionia di Vittoria c’è un tremendo dragone che uccide uomini e animali che osano avvicinarlo. Domiziano, signore di Trebula si reca da Vittoria e le chiede di salvare la città dal Drago. La ragazza dopo aver scacciato il drago dal suo antro ne prende possesso e qui fa un appello agli abitanti della zona dicendo loro “in questo luogo costruitemi un oratorio e datemi come socie le vostre fanciulle vergini”.
Dopo poco tempo sono ben 60 le ragazze diventate sue discepole e a loro Vittoria insegna inni, salmi e cantici. Dopo tre anni però Eugenio la denuncia al Pontefice del Campidoglio che manda il commissario Taliarco a visionare l’operato di Vittoria, questi la obbliga a venerare la Dea Diana e al suo rifiuto la uccide con una spada.
L’intera cittadinanza rimane in lutto per sette giorni e i sacerdoti cristiani, con l’aiuto del popolo, coprono il suo corpo con ungenti e con teli di lino, e, deposta in un sarcofago, la seppelliscono nella grotta dalla quale aveva cacciato il dragone e dove aveva condiviso il suo sapere con oltre 60 fanciulle.
Dal giorno dopo la sua morte sul luogo del suo martirio si recarono i suoi fedeli che assistettero a numerosi miracoli. Qui oggi sorge la Chiesa di Santa Vittoria, una delle chiese romaniche più belle del centro Italia.
Nella città di Sassari il suo culto è associato a quello di sant’Anatolia, nella chiesa dedicata a quest’ultima.
Numerose sono le località italiane delle quali Santa Vittoria è la patrona.
Unimamme se avete deciso di chiamare vostra figlia come questa donna che pur di portare avanti i suoi ideali, rinuncia alle sue ricchezze e vive segregata in completa solitudine vogliamo augurare loro la sua stessa forza e il suo stesso coraggio. Buon onomastico!
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