Nel paese in cui, secondo gli ultimi dati 1 donna lavoratrice su 4 perde il suo posto entro due anni dalla maternità, anche le deputate mamme a Montecitorio fanno vita grama.
A loro infatti è vietato:
- allattare
- partecipare alle sedute col neonato in braccio
- lasciare il piccolo in una nursery o in un nido
Questa inqualificabile condizione stride enormemente col resto dell’Europa, esempio di virtù in questo senso, dove le mamme deputate trovano l’assistenza necessaria per poter essere presenti ai propri doveri istituzionali durante la maternità.
Ancor di più la deplorevole situazione italiana cozza con le immagini delle eurodeputate che da Strasburgo riescono a svolgere con orgoglio il loro lavoro con neonati al seguito.
Per non parlare poi delle “oasi” per mamme di Parigi, Svezia e, guardando anche Oltreoceano, anche Canada dove c’è persino un nido per accogliere i piccoli.
Se loro possono e sono riusciti a trovare il modo di coniugare, almeno in parte, famiglia e lavoro perché nel BelPaese non accade nulla di simile?
La questione, come succede spesso, risiede in parte nella volontà e, in parte, in qualche incomprensibile e remota causa.
Ad ogni modo, il problema, sollevato con passione dalla deputata del Pd, Vanessa Camani, tramite Repubblica e anche Vanity Fair, emerge con ancora più veemenza adesso che il Parlamento italiano finalmente apre alle donne, ma rimane inspiegabilmente chiuso a chi tenta di conciliare lavoro e famiglia.
Un riflesso veramente bieco del nostro paese, a cui però, almeno a Montecitorio, si sta cercando di trovare una soluzione, non completamente soddisfacente certo, ma che fa compiere un piccolo passo in avanti alle nostre istituzioni.
“Non investiremo risorse permanenti della Camera in servizi per le deputate, ma ci impegneremo per individuare spazi da attrezzare dove i bambini possano essere accuditi da una persona di fiducia della parlamentare che potrà incontrarli nelle pause dei lavori” queste le parole di Marina Sereni, vicepresidente a Montecitorio.
Insomma se a livello di tutela e diritti l’Italia non appare un paese per bambini e nemmeno per mamme lavoratrici o per giovani piagati dalla disoccupazione, forse, cominciando da Montecitorio e dalle necessità vive e concrete delle parlamentari ci si potrà avviare in maniera più risoluta verso una soluzione degli altrettanto impellenti problemi della gente comune.
L’importante è cominciare.
E voi unimamme cosa pensate di questa situazione?