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Creare un ottimo rapporto tra genitori e figli: 10 consigli fondamentali

Published by
Maria Sole Bosaia

Quando ci sembra che i nostri figli si comportino male o ci disubbidiscono, come genitori, ci troviamo nella condizione di dover prendere provvedimenti.

Educazione dei bambini: qualche suggerimento

Secondo la psicologa clinica Laura Markham, che è anche mamma, la disciplina non ha niente a che fare con le punizioni. Disciplina deriva da un verbo latino che vuol dire insegnare o guidare. Per questo, secondo lei, una disciplina positiva equivale a un orientamento positivo.

La Markham ama quindi parlare di genitorialità positiva che comprende tutto ciò che facciamo come genitori per connetterci con il nostro bambino e sostenerlo affinché lui si apra alla nostra guida.

Ecco dunque 10 suggerimenti per adottare una genitorialità positiva con il vostro bimbo.

1) Create una buona relazione con i vostri bimbi

Questo è fondamentale affinché il piccolo mantenga un atteggiamento dolce nei confronti della vostra guida in opposizioni a minacce e punizioni. La strategia più efficace è di avere un legame molto stretto con vostro figlio. Se il bambino si sente legato a voi vorrà compiacervi.

2) Valutate i vostri insegnamenti a seconda che rafforzino o indeboliscano il vostro legame con il bambino

Pensate a una guida amorevole e non a continue punizioni. Le punizioni sono distruttive per il rapporto con vostro figlio e anzi incentivano un comportamento ancora peggiore. Fissate dei limiti e rinforzate le aspettative se necessario, ma in modo empatico affinché ci si concentri sul migliorare il comportamento e non accumulare risentimento.

3) Avviare tutte le correzioni riaffermando i legami

Ricordate che i bambini si comportano male quando si sentono male con se stessi e disconnessi da voi. Ecco come potreste comportarvi:

  • “desideri giocare ancora ma è il momento di andare a letto”
  • cercare un amorevole contatto con gli occhi: “sei così arrabbiato in questo momento”
  • mettere le mani sulle sue spalle: “hai timore di parlarmi riguardo…

 

4) Non esitare a porre dei limiti, se necessario, ma usando l’empatia

Bisogna far rispettare le regole, ma si può anche riconoscere il suo punto di vista. Se i bambini si sentono compresi sono più propensi ad accettare i limiti imposti. Potete dire:

  • “sei molto arrabbiato e ferito, cerchiamo di usare le parole per dire a tuo fratello come ti senti”
  • “vorresti giocare più a lungo, ma è ora di andare a letto. So che ti rende triste
  • non vorresti che la mamma dicesse no, ma la risposta è no. Non ci diciamo “stai zitto” l’un l’altra ma va anche bene essere tristi
  • “siete spaventati, ma ci siamo sempre detti la verità”

 

5) Intervenite in qualunque occasione ci sia un pericolo fisico, ma cercate di connettervi in modo empatico

La regola è non colpire, anche se vi ha provocati fino allo stremo. Sedetevi e parlatene piuttosto.

6) La ribellione è sempre un problema di rapporto

Se vostro figlio rifiuta le vostre indicazioni vuol dire che purtroppo il vostro rapporto non è così solido da sostenere l’insegnamento. A quel punto fermatevi a pensare a come ricucire la relazione e non come modificare la mente del bimbo.

 7) Evitate i timeout. Incitano a un cattivo comportamento

Come Lisa McCrohan con le sue 10 proposte alternative al Timeout anche la dottoressa Markham ritiene inefficace la pratica del Timeout. Certo questo è molto meglio che picchiarli, ma si tratta di un’altra versione dell’isolarli e umiliarli. In pratica lascereste i vostri piccoli a gestire in modo confuso le loro emozioni. Il legame con il bimbo si erode invece che rinforzarsi. Non ci fa altro che incrementare la lotta e la resistenza nei vostri confronti.

8) Le conseguenze insegnano la lezione errata se siete coinvolti nella loro creazione

Le conseguenze producono senso: un bimbo fa o non fa qualcosa e apprende da quel che accade dopo. Quando succede naturalmente può essere una lezione davvero proficua. Ma la maggior parte del tempo i genitori progettano conseguenze e timeout e quindi per i piccoli le conseguenze diventano semplicemente il castigo.

Se il genitore non è coinvolto direttamente nelle conseguenze delle azioni dei bimbi (per esempio se non studiano prendono un brutto voto, ecc…) i bambini imparano la lezione dai loro errori. Non desiderano che accada più. Questa dovrebbe essere una strategia di riserva, ma a volte è bene usarla.

Le punizioni viste come conseguenza delle azioni non educano i vostri piccoli, non li incoraggiano davvero a tenere un buon comportamento e devono essere solo l’ultima risorsa.

9) Quello che pensi e quello che provi è più importante di quello che dici nel modo in cui risponde tuo figlio

Avrete notato anche voi che se vi viene chiesto qualcosa in modo gentile siamo più inclini ad acconsentire. Trovate il modo di dire sì invece di no. “Sì è il momento di pulire, sì ti aiuterò a pulire e sì possiamo lasciare intatta la tua torre, sì se ci sbrighiamo possiamo leggere una storia extra...”. Vostro figlio risponderà con il vostro stesso spirito generoso.

10) Come tratterete il vostro bambino influenzerà il modo in cui lui tratterà se stesso

Se sei duro con lui, da grande, lui sarà duro con se stesso. Se sarai amorevole con lui, ma ferma nel mettere dei limiti anche lui svilupperà la capacità di porre dei limiti al proprio comportamento.

Essere troppo rigidi non solo crea individui infelici, ma è anche inefficace. Nella misura in cui siamo duri con noi stessi per il modo in cui siamo stati allevati finiamo poi col ribellarci al nostro stesso atteggiamento eccessivo o “martirizzandoci (cercando di fare i bravi ragazzi ma accumulando risentimento che poi sarà riversato su coloro che amiamo).

Insomma care unimamme, secondo questo tipo di educazione, consigliato dalla dottoressa  Laura Markham, si dovrebbe riuscire a conseguire l’autodisciplina del piccolo.

E voi unimamme cosa ne pensate? Siete d’accordo su tutti i punti oppure voi adottate altre strategie?

Noi vi lasciamo con 20 errori da evitare nell’educazione dei figli.

Maria Sole Bosaia

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