“L’uomo è un mistero. Un mistero che bisogna risolvere, e se trascorrerai tutta la vita cercando di risolverlo, non dire che hai perso tempo; io studio questo mistero perché voglio essere un uomo”. Con queste parole il grande scrittore russo Dostoevskij, agli inizi della sua carriera letteraria, si prefiggeva di voler studiare la natura umana.
Anche senza voler scomodare illustri letterati, l’analisi della personalità umana è sempre stata uno dei temi più discussi dalla scienza.
Un genitore potrebbe dire che ogni bambino esce dal grembo materno con un certo temperamento. Educazione, esperienze, relazioni, ecc.. però lo rendono molto diverso di com’era all’inizio. Questo è incontestabile.
Per lungo tempo gli scienziati hanno cercato di stabilire quello che ci influenza di più:
Ora però si è diffusa la convinzione per cui a influenzarci maggiormente siano i fratelli.
I fratelli trascorrono un’enorme quantità di tempo gli uni con gli altri. Secondo una ricerca della Penn State University, prima degli 11 anni passiamo il 33% del loro tempo libero coi fratelli.
Un successivo studio conferma che persino gli adolescenti, che cominciano ad essere autonomi, trascorrono almeno 10 ore la settimana coi fratelli.
Tutto ciò genera, al contempo, intimità e attrito. In tutti i conflitti tra fratelli si apprende qualcosa, soprattutto su come possono essere risolti.
Da un’indagine ancora più complessa circa il comportamento in gruppo di bambini che avevano fratelli è emerso che i piccoli con maggiori capacità di risolvere i conflitti sorti in classe erano quelli che sfoggiavano le stesse competenze a casa, coi fratelli appunto.
C’è da puntualizzare, a questo riguardo, che non era il fattore socio economico ad essere importante, poiché sono stati considerati ragazzi appartenenti allo stesso status.
Coi fratelli, per forza di cose, si impara a negoziare di giorno in giorno. Con loro si può tenere il broncio per una giornata ma alla sera si condividono gli stessi spazi e si trovano modi per stemperare la tensione di un conflitto. Tutti aspetti che torneranno utili nella vita adulta.
Spesso i genitori si vergognano e si sentono in colpa per il fatto di nutrire simpatie verso uno dei figli.
Le famiglie sono nate come unione di individui con figli incaricati di portare avanti il patrimonio genetico Disponibilità economiche, di effetto, ecc… non sono infinite e, a dispetto di se stessi, i genitori sono predisposti a individuare il figlio più “meritevole” di investimento.
Uno studio ha dimostrato quanto sia diffuso il favoritismo.
Per dimostrare questa tesi si è proceduto nel seguente modo:
Dai risultati è emerso che:
Se da una parte i ragazzi “non favoriti” consapevoli di questa situazione possono sfruttarla a loro vantaggio (ad esempio facendo chiedere al fratello o sorella favorita una certa cosa al genitore convinti di ottenerla), dall’altra ne pagano anche il prezzo. Tendono infatti ad essere più tristi e mancare di autostima. Una volta adulti, le ferite non rimarginate della disparità, si acuiscono una volta che si trovano in situazioni in cui emerge una disparità di trattamento creando invidia e frustrazioni.
Ma allora cosa possono fare i genitori per non far emergere differenze di trattamento e assicurare l’equilibrio dei loro piccoli, rispettando comunque le singole personalità dei bambini?
Purtroppo nessuno possiede una risposta univoca, ma magari potreste trarre spunto da vari suggerimenti educativi che vi abbiamo presentato su Universo mamma.
Care unimamme che avete più figli e voi come vi regolate? Riuscite ad essere imparziali?
Noi vi lasciamo con uno studio che dimostra come i fratelli minori tengano in forma i maggiori.
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