Avete presente quell’insieme di suoni e di gorgheggi che la mamma fa al bambino quando è molto piccolo? Ormai nel linguaggio comune è conosciuto come il “maternese”, ma se fino ad oggi non aveva avuto valenza scientifica, i ricercatori dell’università di Washington hanno invece individuato la sua importanza.
Maternese: cosa vuol dire?
Secondo infatti questi studiosi, il particolare insieme di suoni è fondamentale per il neonato per comprendere i fondamenti della lingua. E’ stato infatti scoperto che:
- i bambini di 7 mesi possono distinguere le voci da altri suoni anche se non possono vedere chi sta parlando
- a 11 mesi invece, prima di imparare a parlare loro stessi, hanno già imparato a differenziare il linguaggio della madre da quello degli altri.
I ricercatori americani hanno infatti studiato le onde celebrali dei bambini mentre facevano ascoltare loro delle parole registrate in differenti lingue. “Stando ai risultati di questo studio” – ha dichiarato il team di medici – possiamo ipotizzare che il “maternese”, con i suoi suoni esagerati e le sue caratteristiche di articolazione particolarmente durante il rapporto tra mamma e figlio, aumenta l’attivazione delle aeree motorie del cervello e la generazione di modelli interiori di discorso“.
In sostanza il cervello viene utilizzato per parlare prima ancora che il bambino impari a farlo.
Una scoperta davvero interessante, quella riportata dal Daily Mail, che ha portato gli studiosi a considerare il cervello di 57 bambini.
Non trovate, unimamme, che i nostri figli siano molto più avanti di quanto pensiamo?