La ricerca è stata condotta su 438 donne incinte delle quali sono stati analizzati i metaboliti, delle sostanze microscopiche presenti nelle urine. In seguito a questa ricerca si è dedotto che
Hector Keun, uno dei ricercatori dell’Imperial College di Londra nonché autore della ricerca, sostiene che “I nostri risultati implicano che potrebbe essere possibile migliorare l’identificazione delle donne a più alto rischio di partorire bambini più piccoli o di parto prematuro utilizzando la tecnologia dei profili metabolici non invasiva all’inizio della gravidanza”.
Un’analisi volta alla stessa ricerca è stata condotta anche da un’equipe del Lunenfeld-Tanenbaum Research Institute, Mount Sinai Hospital di Toronto, con a capo Jan Heng e Stephen Lye e i risultati sono stati pubblicati poi su Plos One. Questo studio ha preso in considerazione delle donne ricoverate per sospetto parto prematuro tutte con sintomi riconducibili al travaglio, in realtà solo 5 su 100 di queste donne hanno partorito effettivamente entro 10 giorni dall’avvenuto ricovero. I ricercatori, accantonando il test della fibronectina fetale con il quale si potrebbe individuare il parto pretermine, hanno messo a punto un nuovo test del sangue che prende in considerazione 6 geni e di altri dati clinici del plasma. Con questo test è possibile individuare un parto prematuro entro un massimo di 48 ore.
Gli studiosi della University of Texas Medical Branch di Galveston hanno cercato di dare una motivazione al perché si verifichi un parto prematuro dando la responsabilità all’invecchiamento precoce della placenta, causato da fattori esterni, come lo stress ossidativo indotto, ovvero all’inquinamento e alle tossine. I ricercatori di questo studio, pubblicato sull’American Journal of Pathology, hanno esposto le membrane fetali al fumo di sigaretta constatando il precoce invecchiamento della placenta.
Il dott. Ramkumar Menon, capo del team che ha fatto questa ricerca, ritiene che “Questo è il primo studio a osservare e dimostrare che lo stress ossidativo induce senescenza o invecchiamento nelle cellule fetali umane. Con più di 15 milioni di gravidanze in tutto il mondo che finiscono con nascite pretermine, ora possiamo andare avanti a scoprire come queste informazioni possono portare a strategie di intervento migliori per ridurre il rischio di parto prematuro”.
Evviva la ricerca medica grazie alla quale è possibile scoprire anche eventuali parti pretermine.
E voi, unimamme, a che settimana avete partorito? Io sono andata oltre termine e ricordo ancora il nervosismo e le ansie vissute in quel periodo.
Vi va di raccontare la vostre esperienza e le vostre sensazioni durante il periodo immediatamente prima al parto?
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