Cari unigenitori che lavorate e a volte fate fatica a conciliare impegni e gestione dei figli, soprattutto se non potete permettervi una costosa baby sitter o non avete nonni a disposizione, forse voi avrete un atteggiamento più disponibile nei confronti di Debra Harrell, una quaranteseienne americana che è stata arrestata per aver lasciata sola al parco la figlia di 9 anni.
Sì, avete sentito bene.
La donna, dipendente di un McDonald locale doveva lavorare ma non aveva nessuno che potesse prendersi cura della bambina.
Non volendo che la piccola trascorresse tutta la giornata in un angolo del locale, Debra ha mandato la figlia a divertirsi al parco, munita di un cellulare per contattarla in caso di emergenza.
Al terzo giorno nel parco però qualcuno le si è avvicinato e le ha chiesto dove fosse la sua mamma.
Così, secondo le leggi a tutela dell’infanzia in vigore in South Carolina, Debra Harrell è stata arrestata e la figlia posta sotto la tutela dei servizi sociali.
Come accade in simili casi l’opinione pubblica si è spaccata. Alcuni deplorano il pericolo che un estraneo potesse rapirla (caso comunque che è statisticamente molto raro), altri invece sono rimasti costernati dall’eccessivo trattamento persecutorio riservato a Debra dalla polizia.
Interpellata in merito, una professoressa di legge, sociologia ed esperta diritti civili, Dorothy Roberts, autrice di Shattered Bonds: The Color of Child Welfare, ha espresso la propria opinione.
Putroppo ogni Stato ha le sue leggi e molto spesso sono vaghe. Nella maggior parte dei casi nel mancato abbandono è compresa un’inadeguata sorveglianza. Il South Carolina, in particolare, specifica una vigilanza adeguata all’età del piccolo (che poi spetterà ai giudici stimare).
Nel caso di Harell forse giocano a sua sfortuna anche i pregiudizi razziali. A partire dagli anni Novanta le riforme del welfare hanno messo a dura prova le madri che, costrette a lavorare tutto il giorno, non potevano occuparsi dei figli.
Debra Harell certamente ha fatto, forse incautamente, quello che credeva essere il meglio per sua figlia, però qualcuno ha osservato che se non ci fosse stata l’attenuante del lavoro, come riportato su Slate.com, il suo gesto sarebbe stato giudicato molto più negativamente.
Mentre ultimamente ricerche ed esperti invitano i genitori a lasciare i figli più liberi di esplorare pare che ci sia molta ritrosia in questo senso.
Lenore Skenazy, fondatrice di “Free-range kids“, ritiene che l’idea dei genitori elicottero sia andata un po’ troppo oltre e anche quest’ultimo caso lo dimostra.
Se negli anni Settanta ci fossero state queste leggi la metà dei genitori sarebbe finita dietro le sbarre.
E voi unimamme cosa pensate di questi provvedimenti? Li trovate eccessivi? Certo è che una volta i ragazzini effettivamente avevano molta più libertà e nessuno si sarebbe sognato di denunciare un genitore perché suo figlio giocava al parco senza sorveglianza.
Dite la vostra se vi va.
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