Solitamente siamo abituati a vedere valenti ragazzi correre su e giù dagli edifici, compiendo incredibili acrobazie aeree e affinando quella disciplina metropolitana che viene chiamata Parkour, ma questo non è il caso di Natalia Ivanova che di questa disciplina ha fatto addirittura un mestiere.
Ivanova è fondatrice di Hal X, una piccola sala di allenamento a Copenaghen e coordinatrice di corsi appositamente studiati affinché questa pratica abbia anche una valenza educativa.
Ivanova è sempre stata attratta da questa disciplina, da ragazza infatti, in Russia, si divertiva a saltare sui tetti roventi delle case. Saltando tra gli spazi degli edifici era perfettamente consapevole di quanto fosse rischioso perché mettere un piede in fallo poteva voler dire finire su una montagna di rottami arrugginiti, sui vetri, o addirittura su aghi usati.
Dietro a tutto questo correre e scatenarsi in balzi acrobatici vi è una vera disciplina che consiste non solo sfidare se stessi, ma raggiungere la miglior versione di sé.
Ivanova infatti ricorda che per ottenere risultati e salvaguardare la propria incolumità bisogna essere sempre al 100% di forma e concentrazione.
Tutto questo comporta anche il rispetto dell’ambiente usufruito. Ivanova, come accennato, ha trovato il modo di utilizzare il parkour come strumento per prevenire atti di vandalismo nelle scuole e aiutare bimbi autistici a interagire col mondo.
Prima di studiare educazione fisica presso l’istituto di Paul Petersen a Copenaghen Ivanova ha lavorato con ragazzi che avevano difficoltà facendoli interagire con il parkour e ottenendo ottimi risultati. Dopo aver completato i suoi studi Ivanova avrebbe potuto seguire la strada tracciata diventando un’insegnante di educazione fisica come tutti gli altri. Ma questa lungimirante donna ha deciso di concentrarsi sul parkour, arrivando a lavorare dai 5 ai 10 progetti alla volta, ottenendo un grande successo.
L’ultimo lavoro viene svolto in collaborazione con un’agenzia assicurativa danese che, insieme ad alcune scuole, si è posta l’obiettivo di arginare il vandalismo nelle scuole. Ivanova allora ha sfidato i ragazzi a utilizzare l’esterno dell’ambiente scolastico come palestra a cielo aperto di parkour, trasmettendo loro un senso di appartenenza che fa sì che questi bambini ci pensino due volte prima di deturpare lo spazio che consente loro di divertirsi tanto.
Questo ci ricorda il progetto zero regole di una scuola neozelandese che combatte il bullismo lasciando i bambini di fare quel che vogliono durante le pause
Ecco dunque il suo famoso metodo:
1) Attuazione
Normalmente i bimbi sono entusiasti di essere coinvolti in un nuovo progetto. La sfida è far sì che il progetto entri a far parte della loro cultura quotidiana. Su questo Ivanova sta ancora lavorando.
2) Rompere le regole
Il parkour trascende i confini e conflitti sociali creando un terreno comune.
3) La migliore versione di te
Alcuni la chiamano consapevolezza, altri preparazione. Chi guarda i ragazzi saltare tra i tetti crede che si comportino come pazzi, ma in realtà loro si esercitano tutto l’anno e visualizzano con anticipo le proprie mosse. Certo, qualche incidente può capitare. Inoltre per essere concentrati devono stare lontani da droga e alcol. I benefici del parkour possono essere:
4) Comunità
In questa disciplina vige un grande cameratismo. Tutti sono disponibili a insegnare tecniche agli altri. Non c’è distinzione di sesso o razza.
5) La prossima generazione
I praticanti del parkour più esperti, guardando immagini su Youtube temono che i ragazzi dimentichino le basi fondamentali. Per evitare ciò diffondono video informativi.
Un’ottima trovata vero unimamme? Come si fa a non apprezzare lo spirito d’iniziativa di questa donna che ha fatto della sua passione per lo sport un lavoro?
E voi cosa ne pensate del parkour? I vostri figli lo praticano? Avreste paura? Gardate le foto e il video prima di risponderci!
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