Care unimamme, oggi festeggiamo Valentina. È la forma femminile di Valentino, nome che nella forma maschile viene tradizionalmente festeggiato il 14 febbraio, per la festa degli innamorati. Deriva dal cognome romano “Valentinus“, derivato a sua volta dal nome “Valente” il cui significato è a tutt’oggi intellegibile già dalla forma originaria del termine, significa quindi “forte“, “che vale“. Secondo altri ricercatori comunque in nome potrebbe derivare anche dal termine etrusco ‘vala’, di significato tuttavia incerto.
Una curiosità sul nome è che la forma inglese al maschile, cioè Valentine, coincide con il femminile francese.
Chi si chiama Valentina è una persona dolce, tenera, delicata. La sua affettuosità la rende amabile e sempre sorridente. Ama ascoltare e ad aiutare gli altri. Trova sempre la risposta giusta pr dare conforto e difficilmente si caccia nei guai.
Varianti del nome:
Simboli associati al nome:
numero fortunato:7
colore:Blu
pietra:Zaffiro
metallo:Rame
Per quanto riguarda il santo, Valentina nasce in Chesari di Palestina vivendo ai tempi del imperatore romano Massimiliano, colui cioè che continua le le persecuzioni dei cristiani iniziate nei tempi del Diocleziano.
Ci troviamo in un periodo nel quale il rifiuto della partecipazione nei sacrifici agli dei pagani conduceva direttamente alla pena capitale, vi ricordate la storia di Santa Cristina, anche lei, vissuta al tempo di Diocleziano ha dovuto subire lo stesso martirio in nome della fede. Valentina non rinnega la fede, per questo è stata sottoposta alle torture e la pena capitale.
Questo il passo di un documento riportato dalla nostra fonte che testimonia la vita della Santa che ricordiamo il 25 luglio:
” Mentre i carnefici con accanimento e violenza le applicavano, eseguendo l’ordine del giudice, le torture, un’altra donna non sopportò la spietatezza,la crudeltà e l’inumanità di quanto si andava facendo. Come quella dinanzi nominata, aveva abbracciato il proposito della verginità. Fisicamente per nulla perfetta e d’aspetto disprezzabile, ma di spirito virile, aveva preso una risoluzione superiore alle forze del suo corpo. «E sino a quando – gridò essa al giudice in mezzo alla folla – torturerai questa mia sorella in modo così crudele?». Egli, amaramente punto, comanda che la donna sia subito presa. Essa è trascinata in mezzo al tribunale e, poiché ricorse all’augusto nome del nostro Salvatore, dapprima è esortata con blandi discorsi a sacrificare e, visto il suo rifiuto, è spinta con violenza all’altare. Ma essa agisce coerentemente con se stessa e, permanendo nella sua prima coraggiosa deter-minazione, dà all’altare un intrepido e audace calcio e rovescia quanto vi era sopra col braciere. Pertanto il giudice, a guisa di bestia feroce eccitato a collera, le fa applicare dapprima ai fianchi una tortura, che nessuno aveva mai sopportato, in modo da sembrare avidamente satollarsi di quelle carni crude. Ma quando la sua follia fu sazia, le unì tutt’e due e le condannò a morte per fuoco. Di queste due donne l’una, a quanto si dice, era oriunda della contrada di Gaza, l’altra proveniva da Cesarea, era molto conosciuta e si chiamava Valentina“.
Care unimamme, che ne pensate della storia di questo nome e del suo significato, tanto conosciuto nella forma maschile e così dolce ed utilizzato anche al femminile?
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