Ci sono genitori che, purtroppo, prima di riunire la loro famiglia e stringere i loro bebè sani e salvi, devono affrontare momenti molto duri, come i genitori del piccolo Finn Jones.
Anche la mamma e il papà di Joshua hanno dovuto attendere 4 lunghi mesi per poter portare a casa il loro bimbo e riunirlo al gemellino Charlie.
Il dramma di questa famiglia è cominciato subito dopo la nascita di Joshua che a sole 48 ore dal suo primo respiro su questa Terra ha dovuto affrontare un attacco cardiaco, e infezioni che lo hanno portato vicino alla morte e addirittura la meningite.
Ad un certo punto la situazione era così grave che i dottori hanno chiesto ai genitori se volessero spegnere il sistema di sostegno alla respirazione del neonato.
“Lui aveva solo bisogno di un po’ più di tempo, sapevo che mio figlio era un piccolo combattente e avrebbe lottato per respirare da solo” dichiara mamma Jaime che tira un sospiro di sollievo a vicenda ormai quasi completamente conclusa.
I dottori non sapevano più che fare con Joshua, a cui era stato diagnosticato uno streptococco di tipo B, un batterio molto comune che si trova nel 25% delle persone e che può risultare pericolosissimo per i neonati a cui viene passato durante il travaglio.
I genitori di Joshua infatti sono ancora in attesa di sapere se il figlio ha subito qualche danno duraturo. Ora però ciò che conta è che la famiglia sia tornata insieme.
“Sembra che Joshua e Charlie sappiamo di essere di nuovo insieme. Sono più tranquilli” dichiara la madre dei due bebè. “Si coccolano l’un l’altro e c’è sempre una parte del corpo di uno che tocca quello dell’altro. Anche il breve tempo trascorso insieme in ospedale deve aver aiutato” prosegue la donna.
Ora che il figlio sta meglio Jamie vuole fare qualcosa per le famiglie che stanno vivendo la loro stessa esperienza. Ha deciso infatti di organizzare una raccolta fondi per il Birmingham Institute per istituire un test preventivo sullo streptococco di tipo B, uno batterio che si sviluppa comunemente nel 40% dei casi.
“Se avessimo saputo di questa opportunità prima della nascita di Joshua ci saremmo risparmiati questa brutta esperienza. Mi spezza il cuore sapere che altri genitori potrebbero essere nella nostra stessa situazione” conclude Jaime sul Mirror.
Noi speriamo che la sua raccolta fondi abbia successo e che in futuro le famiglie possano evitare momenti come quelli vissuti da Jaime e i suoi.
E voi unimamme cosa ne pensate di questa iniziativa?
Dite al vostra se vi va.
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