Ogni generazione fa i suoi passi avanti e al tempo stesso scopre nuovi problemi da affrontare. Ce ne parla lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, direttore scientifico del “Festival della Mente” proprio per presentare i temi che verranno tratta dal 29 al 31 agosto a Sarzana.
È importante mettere per iscritto un cambiamento notato da molti, ma talmente sostanziale rispetto al passato da cambiare le relazioni: l’identità generazionale non è più legata all’età anagrafica ma al comportamento. Se prima si poteva identificare grazie all’età il gruppo di appartenenza, e con una discreta approssimazione il momento di vita dell’individuo preso in questione, adesso l’adolescenza ha sfondato i suoi confini per iniziare prima e finire più tardi.
Ma a cosa serve dedicare in larga parte un Festival della Mente all’adolescenza? Secondo Charmet, intervistato dalla Stampa: “Lo scopo è contribuire al miglioramento del rapporto tra adulti e adolescenti, nonché al superamento del conflitto generazionale“.
Comprendere meglio per entrare in contatto, quindi. Ma quali sono le differenze rispetto al passato? “Gli adolescenti si sono liberati dell’ancestrale senso di colpa riguardo alla natura e ai cambiamenti del corpo, che portava per esempio alla repressione degli impulsi sessuali.” Un cambiamento estremamente positivo ma che come tutte le cose ha portato a un rovescio della medaglia: la libertà, la possibilità di fare esperienza con meno vincoli porta anche più facilmente al confronto, alla visione in quantitativi maggiori di modelli (televisivi e pubblicitari) che conducono i ragazzi a provare maggiore vergogna verso se stessi e il proprio corpo. Il rischio è che questo atteggiamento negativo si trasformi in rifiuto e quindi in malattia. L’anoressia e la bulimia ne sono il testimone.
Il complesso rapporto degli adolescenti con il sesso non è l’unico aspetto preso in considerazione. Anche rispetto a scuola e famiglia lo sviluppo del contesto in cui crescono i nostri figli è troppo veloce. Le vecchie istituzioni non riescono a tenere il passo e si crea un profondo disincanto e cinismo nei confronti di chi potrebbe essere considerato un faro di educazione.
I valori non vengono trasmessi con la consueta cura anche per un’evoluzione della famiglia, come si legge su La Stampa: “Le mamme post-moderne non sono concentrate solo sulla famiglia, ma investono molto in altri ambiti, come il lavoro. A questo si aggiunge la crisi dell’autorità dei padri, a cui non è seguita una prevalenza dei valori materni. In questa situazione di incertezza è difficile trasmettere ai figli gli stessi valori con cui si è cresciuti“. Un’emancipazione che necessita ancora di tempo per essere affinata e che in questa fase di transizione non consente una cura perfetta dell’educazione.
I nuovi strumenti tecnologici invece aiutano più di quanto si pensi: “I ragazzi vengono inseriti precocemente nel gruppo che, grazie ai nuovi strumenti tecnologici, è numeroso e connesso“.
Infine una considerazione in generale sullo stato degli adolescenti: “Sono sfiduciati, cinici e pessimisti. La crisi ha contribuito ad alimentare l’incertezza nelle famiglie. Alla fine agli adolescenti arrivano notizie contrastanti sul loro futuro. Questo ha ucciso i loro sogni e le loro aspirazioni“.
Noi, come famiglie, non possiamo fare altro che stargli vicino il più possibili. Consapevoli che saranno loro a trovare la soluzione e a disegnare un giorno un futuro più roseo.
Vi lasciamo con i principali cambiamenti degli adolescenti.
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