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Categoria Famiglia Festività e Ricorrenze Nome per un figlio

Nomi, significati, onomastici: oggi festeggiamo Giovanni

Published by
Francesca Nicoletti

Care unimamme, oggi festeggiamo Giovanni, nome molto diffuso in Italia, terzo solo a Giuseppe e ad Antonio, che deriva dall’ebraico Yehōchānān, composto da Yehō– (o Yah), abbreviazione di Yahweh (nome di Dio nella tradizione ebraica), e da chānān che significa “ebbe misericordia o grazia“. Letteralmente vuol dire “Dio ha avuto misericordia o grazia” o “Dono di Dio”.

Questo era il nome che veniva imposto a un figlio molto atteso e nato quando ormai i genitori avevano perso la speranza di essere rallegrati dalla nascita di un bimbo.

Chi porta questo nome è una persona molto apprezzata per la sua simpatia contagiosa. Riesce a coinvolgere nel divertimento, con estrema facilità, anche le persone più timide e riservate. Dona tutto se stesso alle persone a cui vuole bene ma non accetta i tradimenti e le bugie.

Varianti del nome:

  • Gianni
  • Ianni
  • Ioanni

Varianti del nome al femminile:

  • Giovanna
  • Gianna

I simboli associati al nome sono:

  • numero fortunato: 5
  • colore: giallo
  • pietra: topazio
  • metallo: oro

Per quanto riguarda il santo, il 4 agosto, si festeggia San Giovanni Maria Battista (Jean-Marie Baptiste) Vianney (Dardilly, 8 maggio1786 – Ars-sur-Formans, 4 agosto1859), un presbitero francese, reso famoso col titolo di “Curato d’Ars” per la sua intensa attività di parroco in questo piccolo villaggio dell’Ain.

Giovanni, quarto di sei figli, nasce in una famiglia contadina e i genitori Maria Béluse e Matteo lo battezzano appena nato, in presenza del padrino l’omonimo zio Giovanni Maria Vianney. Sebbene di carattere impetuoso, ma anche allegro e gioviale, mostra da subito la sua devozione verso la Vergine Maria e verso l’eucarestia. La madre, infatti, lo porta spesso in chiesa per assistere alla messa.

A sette anni Giovanni conduce, tutti i giorni, al pascolo un gregge di pecore in compagnia della sorella minore Margherita, alla quale racconta i concetti fondamentali della fede cattolica.

In seguito alla sanguinosa repressione della rivolta lionese le misure anticlericali vengono inasprite anche nella piccola Dardilly dove la chiesa del villaggio viene chiusa nell’inverno tra il 1793 e il 1794 e riaperta nell’estate del 1795, ma il piccolo Giovanni continua le sue preghiere in mezzo alla natura.

Nel 1795 inizia a frequentare la scuola del “Cittadino Dumas” dove si distingue per applicazione e condotta. Nel 1797 riceve la sua prima confessione dal sacerdote don Groboz il quale suggerisce ai genitori di Giovanni di mandarlo presso le Dame Catechiste a Ecully per partecipare al catechismo per la prima comunione che avviene, nel 1799, di nascosto nella casa della vedova Pingon.

Dopo aver ricevuto la prima comunione Giovanni si dedica al lavoro nei campi per aiutare la famiglia trascurando, purtroppo, lo studio alla scuola Dumas. Durante questi anni egli scopre la sua forte vocazione al sacerdozio e la fa presente alla mamma e alla zia le quali gli consigliano di esprimere questa sua volontà al padre che, viste le cattive condizioni economiche in cui versa la famiglia, non gli dà il permesso.

Quando Giovanni ha venti anni anni giunge notizia in casa Vianney che il curato di Ecully, don Carlo Balley, ospita in casa sua i giovani con la voglia di avviarsi al sacerdozio. Il curato dapprima rifiuta di accogliere in casa Giovanni, poiché impegnato con un altro giovane, ma una volta incontrato e notata la sua grande vocazione gli apre le porte del suo piccolo seminario domestico.

Scoraggiato per gli scarsi progressi nell’apprendere il latino, lingua necessaria per leggere le sacre scritture, Giovanni parte per un pellegrinaggio per Lalouvesc, dove si trova la tomba di San Francesco Regis. Tornato da questo viaggio spossante e faticoso, affrontato da solo e senza soldi, torna a studiare con maggiore determinazione.

Nel 1807 Giovanni e la sorella Margherita ricevono il sacramento della cresima e in quell’occasione assume il secondo nome di Battista, per devozione a San Giovanni Battista. Dopo due anni viene chiamato alle armi e, dopo svariati tentativi da parte dei familiari e di don Balley, il 26 ottobre del 1809 parte per la caserma di destinazione dove, però, rimane poco a causa di una brutta febbre. Ripresosi dalla malattia invece di tornare in caserma si rifugia nel villaggio di Noës, presso lo zoccolaio Agostino Chambonniere, detto Gustin per riposare e ristabilirsi, diventando disertore. Vive qui, sotto il falso nome di Jerome Vincent, lavorando con i contadini della zona fino a quando, nel 1810, in occasione del matrimonio tra Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d’Asburgo a suggello della pace di Vienna tra la Francia e l’Austria, l’imperatore concede un’amnistia ai disertori appartenenti alle classi 1806-1810.

Giovanni è, a questo punto, liberato dall’impegno e sostituito, per sua libera scelta e al prezzo di ben tremila franchi, dal fratello minore Francesco.

Finalmente il giovane Vianney ritorna ai suoi studi presso la canonica di Don Balley che lo conduce alla prima tappa del cammino sacerdotale: la tonsura (rito che precedeva il conferimento degli ordini sacri e che indica la consacrazione a Dio) avvenuta il 28 maggio 1811. Si trasferisce, quindi, prima a Verrières, nel seminario minore, dove intraprende gli studi filosofici e poi a Lione, dove inizia due anni di studi teologici. In seguito agli scarsi risultati ottenuti a causa della non conoscenza del latino i direttori lo dimettono. Torna dal buon don Balley che decide di impegnarsi con lui per poter almeno apprendere in latino le nozioni essenziali di teologia. Finalmente Giovanni affronta gli esami condotti da monsignor Courbon e questi vista la devozione mariana del giovane approva la sua candidatura.

Giovanni diventa suddiacono proprio il 2 luglio, giorno della festa della Visitazione di Maria, e, dopo un anno di studi trascorso a Ecully con don Balley, è ordinato diacono il 23 giugno, giorno della vigilia di San Giovanni Battista, suo patrono. Diventa sacerdote il 13 agosto del 1815, all’età di 29 anni. Nella città di Ars, dove è parroco, egli sostiene lunghissime confessioni che spesso gli fanno trascurare i pasti e tiene dal pulpito prediche brevi ma molto severe, contro la vita dissoluta e le bestemmie.

Muore all’età di 65 anni a causa di un’ulcera alla gamba che presto va in cancrena.

È proclamato Beato da Papa Pio X l’8 gennaio 1905 e canonizzato il 31 maggio 1925 da Pio XI, che nel 1929 lo ha anche dichiarato patrono dei parroci.

Nel centenario della morte, il 1 agosto 1959 papa Giovanni XXIII gli ha dedicato una enciclica (Sacerdotii Nostri Primordia) additandolo a modello dei sacerdoti.

Se hai deciso di chiamare tuo figlio come questo Santo che pur di perseguire la sua volontà di diventare sacerdote affronta numerose ostilità senza scoraggiarsi mai gli auguriamo la sua stessa determinazione e la sua stessa tenacia. Buon onomastico!!!

(Fonte: it.wikipedia.org)

 

 

Francesca Nicoletti

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