Avrete forse notato che quando si cerca di ricordare qualcosa quello che ci viene in mente, soprattutto se lontano nel tempo, è sempre frammentato e, a volte, persino lacunoso. Soprattutto se si cerca di rammentare qualcosa con un’altra persona.
Di recente una ricerca della Macquarie University si è concentrata sui ricordi condivisi delle coppie di lungo corso.
I risultati hanno dimostrato che per compiti semplici, come per esempio ricordare una lista di cose le coppie hanno avuto gli stessi esiti che operando da soli.
In un’altra ricerca invece è stato osservato che sebbene le coppie facessero più fatica a ricordare insieme le loro vacanze vi erano più aneddoti e divagazioni che non quando ciascuno tentava di ricordare da solo.
A questo punto gli studi sono passati a uno stadio successivo: testare la memoria con una serie di parole ed eventi per conoscere la ricchezza e quanto in dettaglio le coppie riescono a ricordare gli eventi.
Si è scoperto quindi che questi scambi all’interno della coppia portano a migliorare i benefici della memoria di collaborazione che possono assumere 3 forme:
Certo, molto dipende dalle differenze tra le coppie. Quelle che hanno strutturato il proprio approccio insieme ed erano più inclini a rielaborare i contributi altrui hanno fatto meglio di quelle che erano più passive o critiche.
Mentre si invecchia quindi compensiamo l’inaffidabilità dei nostri ricordi individuali affidandoci al supporto della memoria del partner (e, in questo caso le donne, poiché sono quelle che si ricordano più cose degli uomini). Essendo così dipendenti l’uno dall’altro appena uno dei due ha un calo cognitivo, l’altro lo segue subito.
Questo ci indica che il modo in cui ricordiamo all’interno di una coppia è molto più interconnesso di quanto apparentemente non sembri.
E voi unimamme avete avuto le stesse impressioni dopo anni di matrimonio, per esempio?
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