Tutto è iniziato nel dicembre dell’anno scorso, quando cinque coppie si sottopongono a un trattamento contro l’infertilità al Pertini di Roma. Nell’ospedale viene commesso un clamoroso errore e una donna resta incinta con gli embrioni di un’altra coppia.
La coppia gestante e la coppia biologica adesso si confronteranno in tribunale, entrambe con ragioni e torti. Da agosto 2014 però, dopo la nascita dei gemelli, una si trova con i figli tanto desiderati, l’altra si sente truffata.
L’errore pare sia stato commesso per via dei cognomi estremamente simili (e costerà alla struttura pubblica una causa milionaria), creando un precedente che continuerà a far discutere a lungo: chi ha il diritto e il dovere di educare questi gemellini?
I genitori biologici hanno tentato tutte le carte giuridiche in loro possesso, ma la nascita e la registrazione all’anagrafe dei due gemelli potrebbe aver segnato una svolta dal punto di vista legale: la strada per loro è tutta in salita. I gemellini sono nati all’ottavo mese e hanno anticipato sui tempi l’udienza in tribunale. È indubbio però che la situazione sia controversa, specialmente perché c’è la certezza che sia avvenuto lo scambio. I genitori biologici si sentono vittime di un errore che li ha privati della famiglia così fortemente desiderata.
L’altra coppia invece ha vissuto una pressione mediatica molto forte, tanto da doversi allontanare per partorire in tranquillità lontano dai riflettori. Queste le loro parole: “Ci rendiamo conto della loro sofferenza e questo ci fa male, ma noi eravamo stati disponibili ad incontrarli. C’è una email che dimostra come avessimo chiesto di conoscere il motivo dell’incontro, e invece non ci hanno neppure risposto“.
Da più parti si auspica comunque una collaborazione tra loro, difficile e lunga da realizzare. Il diritto di visita e la possibilità per i nascituri di conoscere le loro origini potrebbe arricchire invece che sottrarre, ma la difficile relazione che si instaurerebbe tra le due coppie pone molti dubbi che solo il tempo potrà sciogliere.
E voi unimamme che ne pensate?
(Fonte: Lastampa.it)