Una ricerca svelerebbe un’interessante realtà della gravidanza: la placenta che aiuta sia il feto che la madre a portare avanti la gestazione deriverebbe da geni del padre, dove risiederebbe il progetto per “costruirla”.
L’1% dei geni dei mammiferi non lavora in coppia. Gli studiosi erano già a conoscenza di questo fenomeno che in rari casi porta alcune molecole a rendere silenziosi uno dei due corredi genetici e lascia attivo quello di un solo genitore. La parte difficile è identificare questi geni e scoprire a cosa servono.
I ricercatori del College di Medicina Veterinaria della Cornell hanno condotto degli studi sugli ibridi nati tra cavalli e asini tenendo traccia di 7000 mila geni e identificando da quale genitore avessero origine.
Nel caso del codice genetico della placenta, la maggior parte del fenotipo (ovvero dell’espressione del gene) riguardava quelli di provenienza paterni e questo studio ha dato risultati simili a uno condotto su un altro mammifero: il topo. Anche nel suo caso i geni che venivano “silenziati” erano quelli provenienti dalla madre e la costruzione della placenta avviene attraverso quelli del padre.
Un esperimento sui topi ha dimostrato che prendendo il codice genetico da due madri il feto cresce senza alcun problema, non altrettanto la placenta, dimostrando che in questo caso esiste una reale divisione dei compiti.
Questi studi possono aiutare a capire molto anche degli esseri umani e a comprendere molte malattie. Errori genetici che conducono al gigantismo, al nanismo e molte altre malattie genetiche, possono dipendere da un difetto nella collaborazione o nell’esclusione del codice genetico paterno o materno. Saperne di più aiuterà i medici a scoprire possibili cure o prevenzione.
E voi unimamme che ne pensate di questa ricerca pubblicata sul sito della Cornell?
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