Chiunque abbia anche solo un po’ di esperienza di vita sa che non sempre le cose vanno come ci saremmo aspettati.
E questo infatti è quello che è successo a Sabrina Moyer, mamma del piccolo Colton, secondogenito della famiglia e venuto alla luce nel settembre del 2012. Colton ha la Sindrome di Down, ma per la sua mamma, ignara di tutto fino alla nascita dei bimbo, scoprirlo è stato uno shock.
Inizialmente la donna è stata sopraffatta da sentimenti, come paura, rabbia, tristezza, angoscia su come sarebbe stato il futuro di questo figlio: leggeva statistiche che la spaventavano e trovava pochissime informazioni positive su come crescere bambini affetti da tale sindrome, e nella sua testa rimbombava la domanda: “Perchè me?“.
Le è venuto quindi facile cercare di nascondersi, di non guardare in faccia la realtà, ciò che le era accaduto, ma alla fine, dopo settimane trascorse a gridare, a pregare, a implorare, ha deciso di uscire e affrontare la tempesta. Questa mamma ha capito che non sarebbe stato certo fuggendo che le cose sarebbero migliorate o scomparse. Non potevano esserci solo giorni di tempesta con Colton, ma ci sarebbero stati anche giorni di sole.
Ad un certo punto la donna ha deciso che lei e la sua famiglia avrebbero allevato il loro piccolino al meglio, dandogli tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno e venendo ricompensati dal suo sorriso e dal suo affetto. Piano piano, racconta Sabrina, è stata completamente inondata dall’amore per il suo bimbo.
E grazie a questo amore ha aperto un gruppo su Facebook chiamato Special Miracles, dove lei e altre famiglie hanno iniziato condividere le testimonianze positive sul crescere bambini con “esigenze speciali”, ed essere così di ispirazione per altri. Tale gruppo è oggi diventato un sito, una piattaforma multimediale, promossa anche dalla Cnn, dedicata ai bambini con la Sindrome di Down, con articoli a loro dedicati ed anche l’angolo per lo shopping.
Colton, che oggi ha 2 anni, dice Sabrina, ha arricchito la famiglia, rendendola ancora piu’ forte e unita. Guardando i suoi figli crescere, ha capito di non poter più immaginare una vita senza di loro e un giorno guarderà con nostalgia a questi giorni turbolenti, con la saggezza affidatale dall’esperienza.
Colton e Remi, suo fratello maggiore di 7 anni, hanno uno relazione speciale, di quelle che non si immaginano nemmeno. Remi, secondo Sabrina, ha una devozione verso il suo fratellino che la tranquillizza anche sul futuro.
Sabrina si pone oggi una domanda alla quale non sa rispondere: “come può qualcosa che è all’inizio è stato così terrificante diventare qualcosa di così splendido da non trovare le parole per descriverlo?” e per questo motivo vuole rivolgere alcune parole ai genitori che stanno per intraprendere questo cammino, avendo scoperto che il figlio che stanno aspettando o che è nato ha la sindrome di Down.
“Quella febbrile, distruttiva disperazione finirà. Sarete di nuovo felici. Il vostro bambino illuminerà il vostro mondo, anche se ci vorrà del tempo per vederlo.
Alcuni eventi della vita superano di gran lunga gli altri per il fatto di toccarci profondamente, e la sindrome di Down è nei primi posti in quella lista, ma non ferma il mondo.
Prendetela come una nuova direzione, un bivio dove dovete fare una scelta. Potete essere sconfitti, o potete sconfiggerlo. Qualsiasi cosa facciate spetta a voi, ma c’è una ragione per la quale i progressi della medicina, i farmaci, e le leggi relative alla sindrome di Down e altre condizioni stanno migliorando. Sempre più genitori scelgono di combattere, e lungo la strada stanno facendo passi da gigante nel superare le stigmate e le battute d’arresto associate al crescere un bambino con esigenze speciali.
La diagnosi non definisce il vostro bambino, loro definiranno cosa significa avere la sindrome di Down man mano che cresceranno.
E quando arriverà il giorno in cui vi sveglierete e vi accorgerete che non importa quanto avete pensato a come sarebbe stato, camminate a testa alta, perché avete fatto qualcosa che molte persone sostengono di non poter mai fare da soli.
Avete sconfitto il mostro più spaventoso di tutti.
Le vostre paure.”
Che dire, parole di incoraggiamento e di speranza, che ci ricordano, come nel caso della mamma di Mara che si è battuta contro i pregiudizi, che una diagnosi non definisce quel meraviglioso universo che è un bambino.E voi unimamme, cosa pensate di questa madre? Come avreste reagito?
(Fonte: Cnn.com)
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