Chi porta questo nome è una persona educata che tiene alle buone maniere. Dedica la sua vita all’istruzione e allo studio poiché ritiene che senza sapere non si va da nessuna parte. Rocco è discreto e timido ma in amore dona tutto se stesso.
Varianti del nome al femminile:
I simboli associati al nome sono:
Per quanto riguarda il santo, il 16 agosto, si festeggia San Rocco di Montpellier, universalmente noto come San Rocco (Montpellier, anno imprecisato tra il 1346 ed il 1350 – Voghera, notte tra il 15 e il 16 agosto di anno imprecisato tra il 1376 ed il 1379), pellegrino e taumaturgo francese.
Da quanto tramandato dalle fonti scritte Rocco nasce a Montpellier, in Francia, in una famiglia agiata e viene accolto dai genitori Jean e Libère, abbastanza in là con gli anni, come un dono miracoloso. Riceve, fin da subito, un’educazione molto religiosa da parte della pia madre che lo avvicina alla vergine Maria, della quale è molto devota. È la stessa madre che spinge Rocco a seguire Cristo nelle sofferenze terrene. Il giovane Rocco, devoto di Francesco d’Assisi, all’età di vent’anni si reca presso l’Università di Montpellier dove rimane fino alla morte dei genitori dopodiché distribuisce i suoi averi ai poveri e si reca in pellegrinaggio a Roma.
Rocco arriva in Italia durante l’epidemia della peste e si reca, immediatamente, a soccorrere i malati. Secondo quanto narrato da Francesco Diedo, Rocco, giunto nella città di Acquapendente, in provincia di Viterbo, benedice gli appestati con il segno della croce guarendoli all’istante grazie ai sue capacità di taumaturgo. Molti i malati guariti miracolosamente dalla peste grazie al tocco di Rocco.
Rocco giunge, finalmente a Roma, tra il 1367 ed il 1368, dove rimane tre anni guarendo anche un cardinale non meglio individuato, che secondo alcuni storici, andrebbe identificato con Anglico Grimoard, francese, originario di Grisac, fratello di papa Urbano V.
Di ritorno da Roma verso Montpellier Rocco, nella città di Piacenza, si imbatte nuovamente in un’epidemia di peste e, di nuovo, presta assistenza ai malati ma, nell’ospedale di Santa Maria di Betlemme, viene contagiato. Per non mettere a rischio altre persone, Rocco si trascina fino ad una grotta, ancora oggi esistente, trasformata in luogo di culto, lungo il fiume Trebbia.
Secondo quanto riportato nelle antiche agiografie, durante la degenza di Rocco nella grotta, è un cane che provvede a sfamarlo, portandogli ogni giorno un pezzo di pane preso alla mensa del suo padrone, un nobile signore del luogo, che potrebbe essere identificato in Gottardo Pallastrelli, che, seguito il cane per i tortuosi sentieri della selva, giunge nella capanna di Rocco e lo soccorre.
Rocco, ripresosi dalla peste grazie al nobile signore, riprende il suo cammino. Il nobile Gottardo vuole seguirlo ma Rocco glielo sconsiglia. Gottardo accetta il consiglio ma, ammirato e affascinato dalle sue parole, dona tutti i suoi averi ai poveri e va a vivere nella grotta di Rocco.
Una volta sconfitta la peste tra gli uomini Rocco si ritira nella selva piacentina per curare gli animali colpiti dalla malattia ma non più da solo, infatti è affiancato da molti piacentini che si professano suoi discepoli. Portato a termine il suo compito decide di tornare in Patria. Purtroppo, però, al quanto malconcio, con la barba lunga e incolta, vestito con abiti poveri e con il volto provato dalle sofferenze giunto al confine non viene riconosciuto e, scambiato per una spia, viene legato e condotto davanti al governatore, suo zio paterno che non lo riconosce. Senza processo finisce in carcere restandovi per un lungo periodo dimenticato da tutti.
La prigionia è vissuta da Rocco nel silenzio e con il desiderio di essere lasciato in solitudine a vivere i pochi giorni che gli restano. Non si lamenta mai della sua sorte, anzi aumenta i tormenti del carcere castigando la sua persona con molte privazioni, continue veglie e flagellazioni cruente. Intanto nella cittadina corre la notizia che in carcere un innocente si lascia morire.
Rocco muore, a 32 anni, nella notte tra il 15 ed il 16 agosto e l’annuncio della sua morte lascia un intenso dolore tra la popolazione sgomenta per aver fatto morire un innocente in carcere. La commozione esplode quando vicino al suo corpo salma viene ritrovata una tavoletta, sulla quale c’è inciso il suo nome e le seguenti parole:
A riconoscere il corpo è la nonna di Rocco, madre del governatore, che lo riconosce grazie alla croce rossa impressa nelle carni di Rocco.
Le reliquie
Nel 1485, secondo il dato tradizionale, dopo un trafugamento, i suoi resti, a eccezione di una parte delle ossa di un braccio, furono portati da Voghera a Venezia, trovando definitiva collocazione, nella chiesa di San Rocco.
A Locorotondo (BA) in una teca della chiesa madre, è custodito un pezzo di rotula appartenuta al santo.
A San Cesario di Lecce (provincia di LE) in un prezioso reliquiario argenteo è custodito un frammento osseo.
A Genova nella chiesa di San Rocco di Vernazza, in una nicchia vicina alla cassa processionale dell’Arciconfraternita San Rocco di Vernazza Morte e Orazione opera lignea policroma del 1703 dello scultore Anton Maria Maragliano, in uno scrigno d’argento è custodite una reliquia ossea del santo donata nel 1995 dalla chiesa di San Rocco (Venezia).
San Rocco è invocato
È patrono
Rocco è venerato come santo dalla Chiesa cattolica il 16 agosto per volontà di Gregorio XIII ed è patrono di numerose città e paesi. È, sicuramente, il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa.
Con il passare dei secoli San Rocco è divenuto il santo più conosciuto nel continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi.
Unimamme se avete deciso di chiamare vostro figlio in devozione a questo Santo che dedica la sua vita ad aiutare i malati e i poveri, rinunciando ai suoi averi gli auguriamo la sua stessa bontà d’animo e il suo stesso altruismo. Buon onomastico!!!
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