Ultimamente in Inghilterra sta facendo molto scalpore la posizione radicale del celebre scrittore ateo Richard Dawkins che, via Twitter, ha fatto sapere al mondo intero che secondo lui è immorale permettere a bambini ancora non nati con la Sindrome di Down di venire alla luce.
Sindrome di Down: il parere di Richard Dawkins
Mentre nel mondo si moltiplicano manifestazioni di sensibilizzazione nei confronti delle persone affette da questa malattia, Dawkins, con spirito provocatorio, va controcorrente sollevando numerose contestazioni.
Il professore di Oxford aggiunge che i genitori che scoprono di stare aspettando un bimbo con questa malattia dovrebbero abortire e provare di nuovo.
Dawkins sposta i consueti dibattiti circa l’aborto su un altro terreno, ovvero non sul chiedersi se i feti di poche settimane siano già essere umani ma se possano soffrire.
La sua posizione, riportata sul Telegraph, è ancora più originale dal momento che secondo lui le persone che mangiano carne non hanno il diritto di opporsi all’aborto.
Il caso è scoppiato in merito alle leggi che in Irlanda vietano l’aborto e che hanno costretto una ragazza che aveva subito uno stupro a portare a termine la gravidanza.
Uno dei partecipanti al dibattito ha sottolineato che ci sarebbe stato un vero dilemma etico se il piccolo avesse avuto la Sindrome di Down.
Questa è stata l’occasione, per il professore, per esternare le sue convinzioni, ovvero che essendo consapevoli della sua condizione sarebbe stato immorale farlo nascere.
Mentre il dibattito si sta facendo sempre più acceso Dawkins ci tiene a sottolineare che le sue considerazioni si rivolgono appunto ai bambini con la Sindrome di Down non ancora nati e non il diritto alla vita di quelli che già lo sono.
“È un po’ diverso dire: questo feto dovrebbe essere abortito e questa persona doveva essere abortita anni fa“ rincara Dawkins.
Secondo le statistiche in Inghilterra e in Galles 1000 aborti, all’anno più quelli che non sono stati riportati ufficialmente, riguardano feti con la Sindrome di Down.
“Sembra che io sia un mostro a consigliare quello che comunque avviene già alla maggior parte dei feti con questa malattia“ osserva il professore contestato.
Al dibattito è intervenuta anche Carol Boy, amministratrice dell’Associazione Sindrome di Down, che invece ha avuto parole molto caute.
“Le persone con questa malattia possono avere una vita piena e gratificante e contribuire alla nostra società” dichiara la donna, un po’ come tempo fa aveva fatto un video diffuso in occasione della giornata Mondiale Sindrome Down.
“Noi non pensiamo che la Sindrome di Down sia motivo per porre termine alla gravidanza, ma ciascuna famiglia ha diritto di scegliere” conclude la Boy.
E voi unimamme cosa ne pensate di questa faccenda? Vi sentite di schierarvi?
Noi vi lasciamo con la notizia per cui alcuni test prenatali scoraggiano le donne dall’avere un figlio con la Sindrome di Down.