Finalmente si torna a casa e accudire il nuovo arrivato sarà compito di mamma e papà. La gioia e l’entusiasmo di aver portato tra le mura domestiche il piccolo scricciolo, però, può trasformarsi in ansia e malumore se la notte si dorme poco.
Questo è quello che è successo ai neo genitori Alyssa e Michael Russomondo, di Massapequa, che, dopo una settimana di notti insonni, hanno chiesto aiuto ai due fratelli pediatri Lewis e Jonathan Jassey che hanno risolto il loro problema.
La giovane Alyssa ha raccontato delle loro notti passate ad allattare il piccolo Peyton, tra l’altro seguendo le indicazioni date al momento delle dimissioni dall’ospedale, che si svegliava circa ogni 2,5 ore per soddisfare la sua fame.
Per aiutare la coppia, e tutte le famiglie nella loro stessa situazione i due specialisti, hanno dato delle indicazioni da seguire per riuscire ad annullare la poppata di metà notte e permettere al bambino di dormire.
I pediatri hanno fatto in modo di allungare i pasti a intervalli regolari di 4 ore sostenendo che se i bambini vengono “sfamati” in modo regolare gli stessi hanno meno necessità di mangiare anche durante la notte. I fratelli Jassey hanno consigliato a coloro che allattano con intervalli inferiori alle 4 ore di allungare i tempi di un quarto d’ora la volta fino a raggiungere le ore indicate.
Chiaramente, così come testimoniato anche da Alyssa, la parte più difficile è quella in cui si devono “allungare” le poppate poiché il bambino, all’inizio, lamenta il suo cibo piangendo e urlando. Ma, come spiegano gli stessi pediatri, non sempre il pianto è una richiesta di cibo: “Solo perché i bambini piangono non significa necessariamente che abbiano fame. Il pianto è il loro unico modo per comunicare con noi. Non vuol dire che ogni qualvolta piangano bisogna dargli da mangiare. Il loro stomaco può, e deve, essere abituato a un nutrimento regolare”.
Il metodo adottato da Lewis e Jonathan Jassey, collaudato da 20 anni, vanta una percentuale di successo superiore al 90 per cento e anche il piccolo Peyton, dopo due settimane è riuscito a dormire sette-otto ore per notte.
Alyssa dice su Foxnews “La prima volta che ho dormito tutta la notte, mi ricordo di essermi svegliata e di essermi stupita nel trovarlo dormendo. È stata davvero una bella sensazione”.
L’unico consiglio che danno i pediatri è quello di rimanere coerenti sulla “tabella di marcia” senza lasciarsi intenerire dai pianti, è solo questione di tempo e il bambino, nei momenti di difficoltà, può essere distratto in altro modo.
Michael ringraziando Lewis e Jonathan Jassey ha detto”Ci hanno ridato un’ottima qualità di vita in cui siamo in grado di goderci Peyton e allo stesso tempo stiamo tutti ottenendo un buon riposo notturno”.
E voi, unimamme, cosa ne pensate di questo metodo? Come avete affrontato le poppate notturne?
Vi lasciamo con alcune indicazioni su come non dovreste preoccuparvi delle poppate a grappolo.
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