Questo nome trae la sua origine dall’ebraico Ya’ãqōb, caro alla Bibbia poiché portato dal patriarca d’Israele, figlio di Isacco e di Rebecca. La sua etimologia è ricondotta al termine “aqebh“ “tallone, calcagno” oppure da “aqab” ,“soppiantare“. Questi termini con l’aggiunta della radice “qb“, “proteggere” , danno al nome il significato di “Dio ha protetto“.
Dall’ ebraico,il nome si trasformerà nel greco Iako’b e poi nel latino Iacób, da cui Giacobbe.
Chi si chiama Giacomo è una persona lunatica. L‘istinto è la sua caratteristica predominante. Giacomo tende sempre alla ricerca di se stesso e del suo posto nel mondo ma è anche molto energico, una energia che viene spessa riversata nei rapporti interpersonali e nella grande generosità posta nei rapporti con gli altri, soprattutto degli amici e delle persone care. E’ un grande compagno di vita e dona tutto se stesso ai rapporti di coppia.
Varianti del nome:
Simboli associati al nome
In questo 2 settembre ricordiamo il sacerdote e martire Beato Giacomo Fritevre-Durvè. Martire che appartiene al purtroppo lungo elenco delle vittime della Rivoluzione Francese, Giacomo fu ucciso per cause di odio e persecuzione nei confronti della fede cattolica.
Nato a Marsac il 18 aprile del 1725 è stato educato dalla cultura gesuita ed è divenuto novizio nel 1742 a Tolosa. Insegnante di lettere e filosofia, Giacomo ha girato tanto per la Francia sia per ragioni di insegnamento che di predicazione.
Il 1762 ha segnato la sua vita. In quell’anno infatti in Francia l’ordine dei Gesuiti, al quale egli apparteneva, è stato disperso, per cui Giacomo a seguito di questo evento si è rifugiato nello Stato Pontificio. Ritornerà nel 1773 quando l’ordine della Compagnia di Gesù, fondata da Sant’Ignazio, fu stata ripristinata.
Giacomo era un celebre oratore e questa sua dote gli ha permesso di predicare la Quaresima alla corte di Luigi XVI e nel 1777 anche a Notre-Dame, fu nominato anche canonico di S. Paolo e S. Dionigi.
Nonostante il pericolo a cui andava incontro il clero durante la rivoluzione, egli volle restare sempre a Parigi rifiutando anche i privilegi che gli erano stati concessi ma che non gli permettevano di vivere secondo la sua vocazione. Per poter predicare e portare avanti la sua missione si travestiva da venditore ambulante ma questa tattica, benché gli abbia permesso per un periodo di continuare ad incontrare i fedeli, gli valse infine l’arresto nel 1792.
Il rifiuto di prestare giuramento alla Costituzione civile del clero lo portò in prigione. Il 2 settembre mentre passeggiava nel cortile in cui era rinchiuso, fu avvicinato da tale Vincenzo ex cantore nella sua parrocchia. Questo dopo averlo rassicurato ed essersi fatto riconoscere ha preso una scure e gliela ha spaccata in testa. Dopo il cruento gesto Vincenzo tornò in cella vantandosi del delitto che aveva commesso, a quel tempo i delitti contro il clero non venivano puniti ma ignorati.
Vincenzo si pentì solo nel 1820 della sua follia assassina e giunto il momento della sua morte fu colto da un delirio in cui egli invocava padre Friteyre di perdonarlo e di aiutarlo nel trapasso.
Giacomo Friteyre-Durvé è stato proclamato beato il 17 ottobre del 1926 da papa Pio XI.
Allora Unimamme, vi piace questo nome così radicato nella storia dei tempi? Conoscevate la storia della vita umile e consacrata di Padre Giacomo?
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