Bambini “attivi” nel pancione: quante volte, mentre eravamo incinte (o se lo siamo ancora) ci è capitato di dire “Se scalcia così qui dentro, chissà che birbante sarà una volta fuori!”. Il feto comincia a muoversi già a 7 settimane, ma è soltanto intorno alla 16/18esima settimana che anche la mamma comincia ad accorgersi delle “contorsioni” che il piccolo sta facendo nel suo utero. Sarà quindi vero che se un bimbo in progress è scalmanato lo sarà anche dopo che sarà nato? La scienza ha dimostrato che esiste una correlazione: vediamo perché.
Bambini “attivi” nel pancione: i movimenti influenzano la mamma
Recenti studi hanno dimostrato che i bambini “sentono” già quando sono nella pancia della mamma e sono in qualche modo influenzati dal suo umore: ad esempio se la mamma si sente un po’ triste agitano meno le braccia rispetto a quando è allegra. Inoltre più movimenti fetali durante la gestazione sembrano portare ad una maggiore maturazione del cervello e ad un maggiore controllo dei movimenti dopo la nascita.
Sebbene non sia ancora chiara la situazione contraria, ovvero se i rivolgimenti fetali influenzano anche la madre, alcuni studi hanno dimostrato che in qualche modo la gestante si “sincronizzi” con il proprio bambino, in una sorta di preparazione all’accudimento quando sarà nato.
La dottoressa Janet di Pietro e i suoi colleghi della Johns Hopkins University a Baltimore hanno infatti scoperto che ogni volta che il feto si muove, i battiti del cuore della mamma si fanno più accelerati e il suo sistema nervoso simpatico, quello che regola ad esempio la contrazione cardiaca, viene stimolato, anche se lei non è cosciente dei movimenti. La Di Pietro ha inoltre scoperto che:
- un feto molto attivo di 36 settimane di sesso maschile, sarà un bambino altrettanto vivace quando nascerà, ma questa situazione non si verifica per le bambine;
- in generale, indipendentemente dal sesso, feti molti attivi diventeranno bambini molto interessati al gioco e alla socializzazione dopo i 2 anni.
Un altro studio – condotto dal professore Shimon Degani del Bnai-Zion Medical Centre ad Haifa, Israele, ha preso in esame l’attività di 22 coppie di gemelli tra l’11esima e la 14esima settimana di gestazione e ha scoperto che, in generale, il gemello più attivo è anche quello più imprevedibile tra i 3 e i 6 mesi dopo la nascita, come poi hanno confermato le madri.
Il legame tra madre e figli è pertanto molto più profondo di quanto si creda e già in pancia si possono iniziare a conoscere i propri figli.
E voi unimamme? I vostri bimbi “scalmanati” in pancia lo sono diventati anche fuori?
(Fonte: newscientist.com)