L’amicizia tra cattolici e musulmani è possibile? Secondo i ragazzi sì!

La redazione di universomamma è sempre attenta a quello che succede nel mondo, femminile e non, e a gioire per ogni piccola iniziativa capace di aprire una breccia nel muro della diffidenza e dell’indifferenza. Qualche tempo fa abbiamo raccontato delle giovani donne turche che hanno iniziato a postare sui social network loro foto sorridenti per reagire a una dichiarazione di Bulent Arin, noto braccio destro di Erdogan, il quale disse “La donna saprà quello che è peccaminoso e quello che non lo è. Non riderà in pubblico. Non sarà seducente nel suo comportamento e proteggerà la sua castità”.

Quello di cui scriviamo oggi, invece, riguarda un gruppo di ragazzi, di diverse religioni, i quali non accettano che, ancora oggi, si possa morire in nome di Dio. Presso l’Università Cattolica di Milano alcune ragazze musulmane iscritte al corso del professor Wael Farouq, docente di lingua araba, dopo aver saputo della cruenta morte della piccola Miriam, una bimba di 8 anni, uccisa davanti a una chiesa colpevole “solo” di essere cristiana, colpite da quello che succede nella terra d’origine dei loro genitori, hanno deciso di fare qualcosa per sensibilizzare l’opinione pubblica e, soprattutto, per dimostrare che cristiani e musulmani possono e DEVONO convivere in pace.

I ragazzi di Swap (Shared with all people) hanno deciso di tenere degli incontri periodici per parlare delle differenze tra le due religioni e, soprattutto, di ciò che accade nella loro terra d’origine.

Veronica, una ragazza di 19 anni che studia Chimica e tecnologia farmaceutiche alla Statale di Milano, ha conosciuto il gruppo grazie a tre cugine, due delle quali studentesse del professor Farouq, e immediatamente ha aderito e con lei anche tanti studenti arabi di religione cristiana.

È proprio Veronica a parlare di questa bella esperienza che abbatte i muri della diversità di credo dicendo “noi di Swap vogliamo dire a tutti che aprirsi all’altro è una ricchezza. E noi l’abbiamo sperimentata. Vogliamo parlare di ciò di cui nessuno parla, cioè del fatto che basta poco per superare il muro delle diffidenze. Quando decidi di aprirti all’altro senza pregiudizi, il risultato è una ricchezza inimmaginabile. Noi di Swap, con le nostre differenze, questa ricchezza l’abbiamo sperimentata. Per questo, abbiamo voluto fare qualcosa per comunicare questa piccola grande verità”.

Veronica continua parlando anche di un’altra iniziativa ideata dai ragazzi di Swap, L’albero della vita, ovvero dei laboratori dedicati ai bambini per agevolare la loro integrazione e dice “All’inizio non è stato facile entrare in rapporto con questi bambini, vedendo che sono araba e porto la croce al collo, non capivano, non si fidavano. Poi bastava sorridere e parlargli, giocare e stare con loro, e il ghiaccio si scioglieva subito”.

I ragazzi di Swap hanno anche allestito una mostra all’interno del Meeting di Rimini per raccontare il genocidio che accade in alcune parti del mondo e in particolare per ricordare Gaber Salah e Mina Daniel, due giovani ragazzi assassinati mentre manifestavano per la libertà.

Che meraviglia! Ancora una volta sono i più giovani a dare esempio di civiltà e di apertura mentale. Il Dio resta sempre uno e in qualunque modo si chiami non chiede alcun sacrificio umano. Bisogna convivere e condividere le proprie idee e i propri ideali con tutti, al di là della propria religione.

E voi unimamme cosa ne pensate dei ragazzi di Swap e della loro iniziativa?

(Fonte: vita.it)

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