In realtà il liquido amniotico è in costante evoluzione, ovvero aumenta con il passare del tempo per poi diminuire verso la fine della gestazione. All’inizio viene prodotto dalla mamma, dal terzo-quarto mese in poi, invece, sarà proprio il nascituro che ne regolerà l’andamento. Infatti nella seconda metà della gravidanza le principali fonti di produzione di liquido amniotico dipendono dal bambino: egli, in media, produce
L’andamento dell’AFV (Amniotic Fluid Volume, ovvero il volume del liquido amniotico) può essere influenzato da
Il volume del liquido amniotico diminuisce verso la fine della gravidanza e questo non deve destare alcuna preoccupazione poiché è una cosa del tutto normale legato all’invecchiamento della placenta.
Il sacco amniotico e il liquido, dunque, svolgono un ruolo importante durante l’intera gravidanza e nel momento del parto ecco perché devono essere continuamente monitorati. Eventuali anomalie nell’AFV potrebbero indicare delle malformazioni al feto o delle disfunzioni della mamma tipo il diabete gestazionale.
A seconda che il liquido amniotico, poi, sia in eccesso o scarseggi si parlerà di
Purtroppo, però, ad oggi non esiste alcun metodo accurato e preciso capace di misurare l’esatto AFV.
Esistono solo due test a ultrasuoni capaci di valutare, approssimativamente, il liquido ma sono, entrambi, due metodi empirici:
1. Amniotic Fluid Index (AFI), con il quale si valuta la quantità di liquido contenuto nel sacco amniotico attraverso l’ecografia. L’utero materno viene diviso idealmente in quattro quadranti, che si incrociano sull’ombelico, e si misura lo spessore delle quattro falde di liquido corrispondenti. Al termine dell’esame vengono sommati i quattro valori e confrontati con i parametri di riferimento:
2. Maximum Pool, ovvero, attraverso l’ecografia si controlla solo la parte che contiene più liquido dando una misura in centimetri.
In realtà nessuno dei due metodi sopra elencati è attendibile al 100% anche se, tra i due, quello che raccoglie maggiori consensi è il secondo, il Maximum Pool nonostante sia meno preciso del primo.
C’è naturalmente, anche, il vecchio metodo di valutazione, quello della palpazione addominale che di solito viene effettuata durante le visite prenatali. Attraverso la palpazione ginecologi, ostetrici e levatrici sono in grado di stabilire se il volume del liquido amniotico è da considerare a rischio.
Anche le mamme sono capaci di intuire se è tutto a posto o se il bambino in grembo ha delle difficoltà, nello specifico possono individuare
Le ostetriche esperte utilizzano un altro metodo ancora, ovvero misurano la circonferenza del pancione con un centimetro e valutano di volta in volta i cambiamenti. Purtroppo, però, questa tecnica sembrerebbe valida solo per evidenziare eventuali casi di polidramnios e risulterebbe inaffidabile per identificare, invece, l’oligoidramnios.
Di questa patologia se ne contraddistinguono due tipi:
Oligoidramnios fisiologico
Quando ci si trova davanti a una diminuzione fisiologica dovuta a un ritardo di crescita intrauterino, ad un forte stress materno oppure ancora alla scarsa assunzione di liquidi, per risolvere la quale il medico prescrive di bere molto e di riposare.
Oligoidramnios patologica
Che è generalmente una conseguenza della ridotta produzione di urina da parte del bambino o dovuta a patologie renali o della vescica gravi, o ancora alla rottura prematura delle membrane. In questo caso il medico induce al travaglio poiché si teme che il bambino sia in sofferenza.
A circa l’1-3% delle donne incinte viene diagnosticato di avere troppo liquido amniotico e nel 60% dei casi non vi è alcuna causa nota. I fattori che aumentano il volume del fluido in linea di massima sono:
Questi fattori possono verificarsi se ci sono complicazioni presenti come il diabete, anomalie congenite, ecc. ma, anche se nella maggior parte dei casi, non è presente alcuna complicazione è possibile che come causa della polidramnios si possa assistere a
I medici in questi casi consigliano l’induzione al parto con una rottura controllata delle acque ma, poiché i rischi sono tutti della mamma, è la stessa mamma a decidere se attendere il momento del parto o agire “artificialmente”.
Tirando le somme, dunque, ecco quello che si può dire sul liquido amniotico
Cos’altro aggiungere se non che bisogna vivere la gravidanza più serenamente possibile poiché, come precedentemente sottolineato, non c’è alcun modo di misurare correttamente l’AFV.
E voi unimamme cosa ricordate del vostro liquido amniotico? Ne avevate in eccesso o scarseggiava? Come è andata a finire?
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