Settembre, ci siamo, in alcune scuole d’Italia la campanella ha già squillato e secondo il calendario di inizio del nuovo anno scolastico presto per tutti sarà ora di tornare alle aule.
Tante le proposte per rendere migliore l’apprendimento dei nostri figli, tra questa anche l’idea di posticipare l’inizio delle lezioni; oggi però vogliamo parlarvi di un esperimento già sviluppatosi in molti paesi europei e che quest’anno è arrivato anche in Italia.
Alle porte di Roma a partire da quest’anno scolastico i piccoli dai 2 ai 6 anni potranno vivere la quotidianità della scuola fuori dalle consuete aule, tra boschi e natura.
Il modello educativo nato in Danimarca intorno agli anni ’50 si è già sviluppato in altri paesi europei e con grande successo. In Svizzera, Austria, Regno Unito sono state diverse le strutture che hanno aderito a questo nuovo modello pedagogico ed ormai si contano oltre 1000 strutture attive.
A sostenere la validità di questo progetto ci sono anche diverse ricerche e studi. Da quanto emerge il ruolo positivo di questo modello educativo sta soprattutto nella capacità di saper soddisfare il naturale bisogno di socialità dei bambini.
In Italia il progetto pilota nasce dalla collaborazione fra l’associazione Manes e i fondatori dell’asilo dove i piccoli possono crescere senza pannolino sin dai primi mesi di vita.
Ecco il significato del progetto secondo il coordinatore Paolo Masi che, intervistato da “Il Fatto Quotidiano“, espone i cardini dei questo modello educativo:
“L’asilo nel bosco è un progetto pedagogico rivolto ai bambini dai 2 ai 6 anni che si propone di rispondere ai loro bisogni attraverso una quotidianità scolastica che si svolge quasi per intero all’aria aperta. Nell’ asilo nel bosco la classe, intesa come spazio chiuso e sempre uguale, scompare e lascia il posto all’ ambiente esterno ricco di stimoli. Così facendo i bambini ‘imparano facendo’ attraverso diverse esperienze che stimolano la curiosità, l’immaginazione, l’autonomia e la creatività”.
Il Ministero dell’Istruzione individua come obiettivi pedagogici di questa fascia di età in cinque campi:
per raggiungere questi obiettivi, gli educatori di questo particolare asilo non si limiteranno a proporre e strutturare delle attività, ma ascolteranno e lasceranno spazio alla fantasia, ai bisogni e ai tempi dei bambini. Questo processo di apprendimento rende sicuramente più importante l’interazione tra educatore e bambino ed è per questo che il rapporto numerico è ridotto e passa da 1 a 25 della scuola tradizionale a 1 a 10 dell’asilo nel bosco.
Un grande filo conduttore caratterizza questo metodo già testato e diffuso in altre parti d’Europa e che ora può essere utilizzato anche in Italia seppur al momento in via sperimentale: familiarità, fisicità, libertà di scelta, rispetto della natura.
E se volessimo parlare di benefici per il sistema scolastico, ecco quale apporto positivo apporterebbe sposare questa metodologia secondo quanto ha affermato Paolo Mai:
“In Germania è stato calcolato che questo modello di scuola costa circa l’80% in meno di un istituto pubblico tradizionale. Anche in Italia il risparmio potrebbe essere considerevole, soprattutto per quel che riguarda i costi della struttura. Se il pubblico adottasse questa metodologia, le risorse accantonate potrebbero garantire a un maggior numero di bambini l’accesso alle scuola pubblica, riducendo di gran lunga le liste d’attesa.“
Voi Unimamme cosa ne pensate? Sareste d’accordo ad iscrivere i vostri figli in questo asilo?
(fonte: ilfattoquotidiano.it)
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