Alcuni ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine, in uno studio hanno scoperto che attraverso una semplice analisi del sangue potrebbe diagnosticarsi la depressione, aiutando, in questo modo, un’infinità di persone che ne diventano, loro malgrado, vittime.
Gli studiosi grazie alla loro ricerca, pubblicata poi sulla rivista specializzata Translation Psychiatry, hanno scoperto che per diagnosticare la presenza della malattia si potrebbero analizzare 9 markers (molecole) di Rna (acido ribonucleico), una sostanza molto simile al Dna (acido desossiribonucleico), .
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato il sangue, nello specifico il plasma, di ben 32 soggetti conclamati depressi e di altri 32 soggetti volontari non affetti da depressione, tutti con un’età compresa tra i 21 e i 79 anni, scoprendo che nei primi vi era la presenza di un’elevata concentrazione delle 9 molecole del Rna in questione.
Gli stessi scienziati, poi, hanno scoperto che 3 di questi markers erano presenti anche nei soggetti “non depressi” il che li avrebbe portati a concludere che questi ultimi soggetti potrebbero essere delle persone cosiddette “a rischio“.
Il professor Graziano Pinna, psichiatra presso l’University of Illinois a Chicago, ha commentato positivamente tale ricerca, dichiarando: “Questo studio è importante. Al momento, infatti, le diagnosi vengono condotte sulla base di sintomi generici quali mancanza di appetito e motivazione, stanchezza o cattivo umore persistente e non in modo oggettivo come si fa per le altre malattie. Poter fare una diagnosi della depressione con un prelievo rappresenta dunque un progresso notevole nel campo delle malattie mentali specie se si considera che la depressione è una malattia che colpisce circa il 7% della popolazione con percentuali in crescita. Rimarrà ora da confermare i dati di questo studio su un campione più ampio”.
Se così fosse questi ricercatori avrebbero trovato la chiave di volta per combattere e, soprattutto, prevenire la depressione.
E voi, care unimamme, cosa ne pensate di questa scoperta? Convenite con noi di universomamma nel dire EVVIVA LA RICERCA?
(Fonte: nature.com)
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