In Italia, lo sappiamo, i parti prematuri sono in aumento, ma la situazione non è rosea nemmeno in America. Qui infatti 1 bambino su 9 nasce pretermine, prima delle 37 settimane con tutte le possibili conseguenze negative sulla loro salute.
I costi associati a questa situazione ammontano a 26 miliardi l’anno, il tasso nazionale però è in diminuzione dal 2006.
Secondo un recente articolo del giornale Science, di cui si parla sull’Huffington Post Usa si dovrebbe cambiare il modo di porsi nei confronti dei travagli pretermine, intendendoli non come qualcosa che può accadere a una donna prima delle tradizionali 40 settimane, ma come una sindrome complessa con molte cause.
Romero, capo del reparto di Perinatologia del Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development dichiara: “abbiamo sempre pensato al travaglio pretermine come a una unica condizione, ma non è così“.
Romero sostiene che la grande sfida dei ricercatori è comprendere il meccanismo che si attiva in ciascun paziente e, in particolar modo, i biomarcatori che si presentano prima del parto.
Nella ricerca delle cause del parto prematuro spiccano:
Le cause del parto prematuro sono eterogenee e per questo si devono considerare approcci diversi.
Il dottor Scott Berns, vicepresidente senior del March of Dimes dichiara che le nascite pretermine in America sono diminuite nel corso degli ultimi 7 anni, soprattutto rispetto al passato in cui il tasso aumentava e diminuiva.
Molti passi avanti sono stati fatti per individuare le cause scatenanti principali e diffonderne la conoscenza tra le mamme come:
Ad ogni modo concordano tutti che c’è ancora molto lavoro da fare poiché numerosissimi casi di nascite premature rimangono ancora misteriosi.
E voi unimamme cosa ne pensate di queste ricerche? A qualcuna è capitato di partorire prima del tempo e di non aver capito il perché?
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