Mafalda ha spento 50 candeline, la piccola contestatrice nata dalla penna di Joaquín Salvador Lavad, in arte Quino, ha compiuto cinquanta primavere senza perdere la sua freschezza.
Le avventure di Mafalda festeggiano dunque mezzo secolo dopo aver visto l’esordio, il 29 settembre del 1964 sul settimanale Primera Plana e successivamente migrando sulle pagine di El Mundo per guadagnarsi lì uno spazio settimanale.
Per il nome di questa ribelle in miniatura Quino si ispirò a uno dei personaggi del romanzo Dar la cara di David Viñas, ma forse non tutti sanno che inizialmente Mafalda era stata concepita come mascotte per una campagna pubblicitaria di un’azienda di elettrodomestici: la Siam di Tiella, che però non vide mai la luce.
Così Mafalda venne proposta a Gregorio, supplemento umoristico della rivista Leoplán dove fece il suo primissimo debutto.
Questa bambina di 6 anni vispa, intelligente e acuta non si fa nessuna remora a criticare gli adulti, interrogarli sulle questioni più delicate e dire loro in faccia cosa c’è che non va nel mondo.
Il suo candore e la forza disarmante con cui pone le domande mostrano tutte le contraddizioni e le difficoltà dell’universo degli adulti, in cui Mafalda non ha nessuna intenzione di inserirsi.
Qualcuno ha visto in lei un omaggio alla Nancy di Ernie Bushmiller, ma in realtà il riferimento principale di Quino è stato Peanuts di Charles Schulz, da cui però Mafalda si distingue per la sua concretezza.
Negli anni lo spirito ribelle di questa ragazzina ha conquistato anche la critica, di lei infatti Umberto Eco ha detto: “vive in una continua dialettica col mondo adulto, che non stima, non rispetta, avversa, umilia e respinge, rivendicando il suo diritto a rimanere una bambina che non vuole gestire un universo adulterato dai genitori“.
Mafalda quindi piace a tutti? Purtroppo no, perché a soli 10 anni di distanza dalla prima pubblicazione il suo autore ha smesso di scriverne. Il motivo? Quino si era stancato di continuare a denunciare le storture del mondo.
Quell’anno inoltre ha coinciso con l’arrivo della terribile dittatura di Jorge Videla di cui vi abbiamo parlato in occasione di un recente, miracoloso ricongiungimento, quindi anche volendo Mafalda, col suo invito alla contestazione, non sarebbe più potuta uscire in edicola.
Dal canto suo l‘Italia ha amato molto questa simpatica bambina dall’umorismo salace, tanto da dedicarle una raccolta delle suo strisce in 12 volumi e in formato orizzontale, come l’originale argentino, il tutto rivestito da una bella copertina d’oro.
E voi Unimamme avete amato le sue divertenti strisce? Le fareste leggere ai vostri figli? Ecco alcune selezionate per voi!
(Fonti: Fumetto Logica.it/Corriere.it)