Era giugno del 2013, inutile raccontare lo strazio provato dal papà e lo shock vissuto dalla mamma. Quel giorno trascorse come sempre in tutta tranquillità fino al momento in cui il nonno si recò a scuola a prendere il piccolo Luca e si sentì dire che il bimbo, quella mattina, non si era recato a scuola. Immediato il tam-tam di telefonate nonno-mamma-papà che “riaccese il cervello” al papà che si rese immediatamente conto della tragedia. Otto ore chiuse nell’abitacolo dell’automobile, sotto il caldo, erano state fatali per il piccolo Luca. Chissà che agonia e sofferenza! Solo a pensarci fa raccapricciare la pelle dalla paura. Potrebbe succedere anche a me!
Il papà venne immediatamente indagato per omicidio colposo dalla procura di Piacenza e fu sottoposto a due perizie psichiatriche, in seguito alle quali gli specialisti diedero la stessa diagnosi: amnesia dissociativa. Un blackout dell’attenzione che può essere “scatenato da un evento traumatico, ma anche da un forte stress e dalla mancanza di sonno. Complice la routine”. Quella maledetta mattina in cui il papà dimenticò di lasciare il piccolo all’asilo nido, così come faceva ogni mattina, fu colto da amnesia dissociativa. Il Gip di Piacenza, Elena Stoppini, non ha potuto fare altro che prenderne atto e, dopo più di un anno, ha prosciolto il papà che dimenticò Luca legato sul seggiolino.
È lo stesso Andrea Albanese che tramite Facebook scrive “La sentenza di non luogo a procedere nei miei confronti non è un successo per nessuno, se non per la giustizia e per la nostra battaglia per la diffusione dei sistemi anti abbandono. Fino a poco più di un anno fa non sapevo nemmeno cosa fosse l’amnesia dissociativa, poi mi ha distrutto la vita. Ora sono qui a testimoniare che si tratta di una patologia più frequente di quanto si pensi, subdola, improvvisa e transitoria, il più delle volte innocua ma, in combinazione con molta sfortuna, pericolosissima. Spesso non ci si accorge di nulla finche non capita quando non deve capitare”.
Andrea Albanese, vittima di se stesso, sta cercando di dare un senso alla tragedia che lo ha visto protagonista e fare in modo che la stessa cosa non accada ad altri. Andrea, infatti, sta combattendo affinché sulle automobili venga installato un dispositivo acustico che segnali la presenza a bordo di un bimbo seduto sul seggiolino.
Quello che, in tutta onestà, mi mette ansia è, che a detta degli specialisti, chiunque ne potrebbe essere vittima, mamma o papà che sia. E il tutto senza alcun preavviso. E voi unimamme cosa ne pensate del fatto che questo papà sia stato considerato incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha lasciato il suo piccolo Luca in auto, sotto il sole? Come può sopravvivere un uomo con questo enorme senso di colpa?
(Fonte: repubblica.it)
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